Terni, l’Usb: «L’Asm non va toccata»

L’unione sindacale di base: «Zero confronto e nessun progetto complessivo. Contrari alla vendita di quote a privati»

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di Carlo Alberto Quondam, Giuliano Poli, Luciano Novelli (Rsu Usb Lavoro privato igiene ambientale, elettrico, Gas-Acqua Asm Terni S.p.A.) e Carla Leonardi (Federazione Usb lavoro privato-Terni)

L’Usb ritiene che l’atteggiamento della proprietà Comune di Terni sia scorretto nei confronti dei lavoratori di Asm e dei cittadini ternani in quanto nelle azioni ed affermazioni dell’assessore di competenza, non fornisce certezze per il futuro dell’azienda. L’Asm sembra rilegata al ruolo di ‘un istituto di credito’, con un crescente indebitamento finanziario con le banche e ridotta a mero strumento ‘per far cassa’, riconfermando la volontà di vendere ai privati e non chiarendo per quale effettiva e duratura utilità pubblica.

Come se non bastasse nell’assenza di un qualsiasi confronto, ecco che in occasione della predisposizione del bilancio 2016, l’assessore al bilancio Vittorio Piacenti d’Ubaldi annuncia che «per ottenere il pareggio e completare il risanamento dell’ente procederemo alla riorganizzazione dei servizi e nei confronti delle partecipate, processo già iniziato con la liquidazione di Usi e la trasformazione della Società Farmacie in S.r.l., relativamente alla Asm ci si potrà interrogare su una possibile cessione di quota solo al termine del risanamento dell’azienda e al suo rilancio in un contesto più alto». Salvo precisare che «l’eventuale cessione di una parte di Asm è tra le azioni indispensabili da fare per far quadrare i conti di palazzo Spada ed evitare l’aumento delle aliquote Imu dal prossimo anno per i canoni concordati e i comodati gratuiti».

Non è che si risana sulla pelle dei lavoratori e dei servizi e poi si vende in un contesto più alto? Chi ci dimostra che non ci sono altri modi per non aumentare le tasse e quadrare i bilanci senza andare a svendere una società pubblica non in passivo, con contratti di servizio in essere e senza farne pagare i costi ai lavoratori?

L’Usb è fortemente contraria a questo modo monetaristico e ragionieristico di amministrare le società ed i servizi pubblici e denuncia l’assenza di un confronto e di un progetto complessivo, in un quadro regionale e nazionale pieno di criticità nel settore. L’Usb  chiede chiarezza e ribadisce la propria contrarietà alla vendita a privati di una quota societaria di Asm, e si opporrà fermamente a qualsiasi riorganizzazione che abbia esclusivamente una finalità economica e non di valorizzazione degli addetti, di miglioramento dei servizi ai cittadini e che vada ad unico vantaggio delle casse comunali disastrate (fatto non determinato certamente dall’Asm e dei suoi lavoratori, i quali non trarranno certo benefici da una privatizzazione) o di qualche altro privato del settore che risponderebbe a logiche poco trasparenti o dalle finalità non certo di pubblico interesse.

Facciamo quindi appello ai lavoratori a sostenere le urgenti iniziative che promuoveremo sia come Rsu Usb che come Federazione territoriale, per spingere l’amministrazione comunale e il consiglio, cioè la proprietà, a rivedere il proprio orientamento, avere un confronto reale e costruttivo e non procedere ad alcuna privatizzazione, ma ad un vero rilancio di un’azienda che dovrebbe essere considerata ‘bene comune’ per tutti e non solo per qualcuno.

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