di F.T.
Un fatto grave, che aggiunge dolore ad altro dolore. Quello di una famiglia straziata che chiedeva solo che il proprio angelo potesse finalmente riposare in pace. Purtroppo, per ora, non è così. Perché la tumulazione della salma di M.C., ucciso ad appena 34 anni da un’ischemia, non è potuta avvenire a causa di un problema che ha dell’increscioso.
Il rito funebre I funerali del giovane, deceduto lunedì, sono stati celebrati mercoledì mattina a San Valentino. Al termine della funzione, il corteo funebre si è diretto al cimitero di Terni per la sepoltura nella tomba di famiglia. Una procedura rinviata al pomeriggio per l’assenza degli operai addetti, ma il problema vero è emerso immediatamente.
Timbro mancante Dal certificato di chiusura del feretro mancava infatti il timbro, lo stesso che viene impresso con la ceralacca sulla bara, rilasciato dalle autorità alle imprese funebri in regola con le normative. Un fatto insolito che non è sfuggito all’addetto alla portineria del cimitero che ha invitato l’impresa, di Terni, a consegnare il documento completo nel pomeriggio.
No alla sepoltura Al ritorno, però, sul documento non era stato apposto nulla. Dopo un consulto fra lo stesso dipendente e i dirigenti comunali responsabili, la decisione è stata quella di non consentire la tumulazione della salma. Che è stata posta, momentaneamente e nonostante le comprensibili rimostranze dei familiari dello sfortunato ragazzo, all’interno dell’obitorio.
Indagine Fin qui potrebbe sembrare una delle tante storie che raccontano la cecità della burocrazia italiana. In realtà potrebbe esserci ben altro. Perché i parenti del defunto hanno subito segnalato l’accaduto ai carabinieri, peraltro intervenuti sul posto. E perché l’intenzione delle autorità, comunali e non, sarebbe quella di vagliare a fondo il possesso di tutte le autorizzazioni e i permessi a svolgere l’attività da parte dell’impresa funebre in questione.
Finalmente Giovedì pomeriggio la salma del ragazzo è stata tumulata nel cimitero di Terni, ad oltre 24 ore dal funerale. L’agenzia funebre incaricata è entrata in possesso del timbro concesso dal Comune, regolarizzando la propria posizione e consentendo l’avvio delle operazioni di sepoltura.
