Terni: muore donna. Condannato il chirurgo che l’aveva operata

Un anno e quattro mesi di reclusione al professionista per il decesso dells signora avvenuto nel luglio del 2016

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Un anno e quattro mesi di reclusione: questa la condanna inflitta giovedì dal tribunale di Terni – giudice Dorita Fratini – ad un chirurgo 59enne dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, accusato di omicidio colposo. L’indagine e il conseguente processo traggono origine dal decesso di una donna di circa 60 anni di età, residente nell’Orvietano, avvenuto nell’estate del 2016. Ad inizio luglio la donna, infatti, aveva accusato dei malesseri che qualche giorno più tardi aveva inteso approfondire presso l’ospedale di Terni. Lì, il 6 luglio, i medici avevano riscontrato una presunta occlusione intestinale. La tac però era stata effettuata il pomeriggio seguente e l’esame aveva portato alla luce la presenza di un’ernia strozzata in un’ansa dell’intestino: patologia che aveva richiesto un intervento chirurgico d’urgenza, effettuato la sera stessa dal medico che poi sarebbe stato indagato. Il professionista aveva eseguito un’operazione ‘conservativa’, senza alcuna resezione di tratti intestinali. All’alba del giorno seguente, però, la donna aveva iniziato ad accusare forti dolori addominali e il chirurgo, intorno alle 7.30, l’aveva visitata, confermando la situazione e riscontrando una ‘peristalsi metallica’. Nel pomeriggio, purtroppo, la situazione era precipitata e la signora era andata in fibrillazione e quindi in arresto cardiaco, con conseguenze fatali. L’autopsia aveva accertato che la donna era morta per peritonite asettica e al chirurgo 59enne, anche alla luce dell’incidente probatorio disposto dal tribunale in fase di indagine, era stato contestato il non aver eseguito correttamente l’intervento e il non aver accertato il ripristino del flusso sanguigno nella parte operata. Elementi che hanno portato il tribunale a decidere per la condanna ad un anno e quattro mesi – l’accusa aveva chiesto due anni di reclusione – con riconoscimento delle attenuanti generiche. Ai tre familiari della donna – il marito e due figli, parti civili attraverso l’avvocato Luca Conti del foro di Rieti – il giudice ha riconosciuto provvisionali pari a 200 mila euro ciascuno, con i risarcimenti definitivi da stabilire in sede civile. Scontato l’appello da parte del medico chirurgo, assistito dall’avvocato Leonardo Capra, per ottenere l’assoluzione.

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