Terni, negli incidenti perde chi fugge

Ancora in troppi decidono di non fermarsi dopo un sinistro. Ma le conseguenze sono pesanti e le possibilità di essere scoperti, alte

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Uno dei comportamenti più odiosi. Per il senso civico, per le vittime – che a volte riportano purtroppo anche conseguenze fisiche -, per le stesse forze dell’ordine. È quello tenuto da chi, dopo un incidente stradale, anziché fermarsi, mettersi a disposizione, fornire i propri dati, sincerarsi delle condizioni dei coinvolti, decide deliberatamente di fuggire. Nella speranza – molto spesso stroncata – di ‘farla franca’. Ma poi farla franca da cosa? Assunto che ci si dovrebbe mettere alla guida con tutta la documentazione in regola – a partire dalla Rca – e in condizioni idonee, il sinistro – quando capita, e può capitare a chiunque – è un fatto di per sé accidentale, colposo, di certo non voluto. Le assicurazioni sono chiamate a fare il proprio lavoro, sì in caso di condotte di guida non in regola ci sono conseguenze più significative, idem nel caso di sinistri con feriti. Ma tra il fermarsi e il fuggire, assumendosi responsabilità decisamente pesanti, non c’è partita. Non solo per ragioni etiche. Ma proprio pratiche.

Ancora troppi scappano

A Terni il trend, non diversamente da altre realtà, dopo una sostanziale diminuzione negli anni passati legata all’inasprimento delle normative, sembra tornato in crescita. Ancora in troppi decidono di non fermarsi dopo un incidente. Poi, certo, ci sono casi e casi e la legge – il Codice della strada – li distingue accuratamente. L’ultimo, per importanza, è quello accaduto in via Pastrengo dove lunedì sera un’auto – si tratterebbe di una Citroen di colore scuro – ha ‘abbattuto’ un anziano in bici per poi sparire come se nulla fosse. Fortunatamente per il coinvolto, le conseguenze non sono state delle più gravi. Sufficienti, però, a far ipotizzare che al termine dell’iter di polizia giudiziaria, scatterà la denuncia a piede libero per fuga ed omissione di soccorso. Nella speranza che l’automobilista venga individuato. E in fondo sarebbe stato anche nel suo interesse spiegare l’accaduto. Ma così facendo, uno – semplificando – si mette dalla parte del torto. A prescindere.

Numeri

Dall’inizio del 2019 ad oggi sono stati, a Terni e in base alle statistiche dell’ufficio incidenti della polizia Locale, ben 25 gli incidenti con successiva fuga. Per 5 di questi – compreso il più recente – è stata rilevata non solo la fuga, ma pure l’omissione di soccorso. Due responsabili sono stati già individuati e denunciati, per gli altri tre ci sono complessivamente buone possibilità che le cose – dal punto di vista giudiziario – vadano nello stesso modo. In questo senso gli agenti sono al lavoro, perché a volte risalire al coinvolto-fuggito non è proprio semplice ma, come con i tasselli di un mosaico, alla fine le tessere – salvo rari casi – vanno a comporre un quadro chiaro per le forze dell’ordine. Che poi trasmettono tutto in procura per l’avvio del procedimento penale.

I casi ‘amministrativi’

Detto dei 5 incidenti ‘penali’, gli altri 19 con fuga rilevati dall’inizio dell’anno corrente si possono suddividere in due categorie. Quelli – 10 – in cui il soggetto si è comunque fermato, interloquendo con la controparte, magari litigandoci pure, salvo poi non comunicare i propri dati, risalire in auto ed andarsene. E quelli in cui dopo l’impatto, la scelta è stata quella di scappare e basta. La legge – posta l’assenza di lesioni – valuta la prima categoria come ‘meno grave’, con sanzioni amministrative che – una volta individuato il ‘reo’ – vanno da 87 e 345 euro con una decurtazione minima di 2 punti patente. La seconda categoria è invece sanzionata in maniera più pesante, anche perché fermandosi e scendendo dal mezzo, si può pure valutare se qualcuno si sia fatto più o meno male. Ripartendo a tutta birra, no. Chi ‘sgarra’ paga da 303 a 1.212 euro e può vedersi ritirata la patente ai fini della sospensione con un taglio di punti che può arrivare fino a 10. In particolare se i danni riportati dall’altro sono così rilevanti da comportare una revisione straordinaria del veicolo.

L’unica scelta possibile

Alla fine, prescindendo sempre dagli aspetti etici che dovrebbero comunque essere prioritari, assumersi la responsabilità di una fuga comporta quasi sempre un successivo processo penale da affrontare in tribunale. Con tutti gli annessi – costi, rischio di una condanna, pene accessorie – e connessi. Ogni tanto c’è chi anticipa il lavoro di chi è chiamato ad indagare e si presenta spontaneamente anche qualche giorno dopo il sinistro: elemento, questo, che spetta poi all’autorità giudiziaria valutare ma che non evita la denuncia. Quindi fermarsi, sincerandosi delle condizioni e consentendo la ricostruzione dell’accaduto, resta non la prima, ma l’unica scelta possibile.

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