Terni, notti più ‘sicure’: «Rischiamo di sparire»

L’associazione che da tre anni fornisce un servizio ormai conosciuto e utilizzato da tanti: «Senza certezze, destinati a chiudere»

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Il presupposto è che il servizio – a prescindere da chi lo svolga – contribuisce ad incrementare la sicurezza stradale, soprattutto in alcuni giorni – il weekend – e orari – la notte – in cui, è la cronaca purtroppo a dirlo, i rischi aumentano. Perché si è giovani, si beve, si frequentano locali dove si balla per ore. E avere qualcuno che, oltre a condurti nel luogo del divertimento, ti riporta a casa, non è un fatto da poco.

Chi ci prova

Poi c’è chi – è il caso di un gruppo di ternani che da tre anni ha dato vita all’associazione Green Tour, affiliata all’Endas – ha deciso di trasformare questo servizio, sempre più utilizzato e centrale per tanti ragazzi e le loro famiglie, in un lavoro. Non senza difficoltà, anzi. Perché l’associazione – presieduta da Gianluca Picchioni e composta anche da Cristiano Consorti, Adriano Liti e Domenico Orlacchio – non ha ancora trovato la ‘strada’ per poter esercitare nel pieno rispetto delle leggi (che in realtà non ci sono) e rischia di chiudere i battenti da un momento all’altro. Ma andiamo per ordine.

Gli inizi

«Fino al 2015 ho lavorato nel settore degli impianti – racconta Picchioni – e, dopo aver perso il posto, anche sulla scorta dell’esperienza e di alcuni gravi incidenti avvenuti a Terni proprio in quel periodo, ho deciso di svolgere una piccola indagine di mercato fra i locali notturni della zona. Indagine in base alla quale è emerso che, in determinate fasce orarie, era proprio la ‘mobilità sicura’ a mancare. Cioè le persone, oltre a prendere la propria auto, non avevano di fatto alternative per spostarsi. A quel punto mi sono guardato intorno e ad inizio 2016 ho dato vita all’associazione, chiedendo più volte alle istituzioni, Comune in testa, una strada per regolarizzare questa attività che ha subito incontrato un buon riscontro».

Le difficoltà

Prezzi contenuti – e guadagni ancora di più -, mezzi (da 5 ad 8 persone) acquistati e mantenuti a proprie spese, super lavoro nelle due ‘notti calde’ del weekend, quelle fra venerdì e domenica. Il lavoro c’è, al pari della passione, ma quello che manca al gruppo di Green Tour è una ‘legittimazione’ piena. Perché l’associazione – e recenti accertamenti hanno ribadito in fondo ciò che si sapeva già – non può essere la formula più adatta per svolgere un’attività del genere. Che sconta un vuoto normativo e resistenze da parte di chi, come i taxisti, vede aggredito il proprio mercato. Aprire la partita Iva, però, non basta: l’assenza di autorizzazioni a svolgere il cosiddetto ‘ride sharing on demand’ è un ostacolo insormontabile. Se non c’è la volontà di superarlo.

«Mettiamoci a tavolino»

«Crediamo – prosegue Picchioni – che manchi la volontà politica per regolamentare un servizio che, a prescindere dal fatto che venga svolto anche da noi, è assolutamente utile. Il Comune, posto che le licenze nazionali del noleggio con conducente sono bloccate, potrebbe concedere un’autorizzazione temporanea. O potrebbe anche decidere di ‘creare’ il servizio, gestendolo o più probabilmente appaltandolo al miglior offerente. Quello che ci teniamo a dire è che siamo pronti, da subito, a metterci a tavolino con tutti i soggetti interessati per trovare una soluzione. Noi siamo disponibili e vogliamo lavorare, anche a condizioni ben precise che non intacchino il lavoro altrui. Ma serve un’azione, una presa di coscienza che riguarda anche i locali notturni, perché se non si ritiene che i giovani che a volte bevono o che trascorrono ore e ore in una discoteca, debbano restare lontani dalle auto o dalle strade, basta dirlo».

L’opera di sensibilizzazione

«La nostra – spiega il presidente di Green Tour – è anche un’opera di sensibilizzazione, che mettiamo in atto ogni notte che portiamo decine e decine di persone dal centro al locale che preferiscono, e quindi a casa. Consigliamo a tutti di non guidare, se non si è nelle condizioni giuste, ma pure di accertarsi delle condizioni dell’eventuale amico-conducente. Un passaggio, un mezzo di trasporto alla fine si trova. Ed è sempre meglio che rischiare».

«Servizio fondamentale, si trovi la soluzione»

Un aspetto, questo, che è interesse degli stessi locali. Perché avere un servizio disponibile, che incrementa la sicurezza – ma pure la ‘serenità’ della clientela – viene ritenuto, almeno a parole, un fatto centrale: «Ora però – spiega Picchioni – è tempo di fare i fatti. Noi stiamo andando avanti con modalità ormai non più consone. E uno stop all’attività porterebbe con sé conseguenze facilmente immaginabili, viste quante persone si rivolgono al nostro servizio. Affermo ciò anche sulla base dell’esperienza concreta, fatta sul campo, di chi in tre anni le ha viste ormai tutte».

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