Terni, nuovo questore: «Dialogo con la città»

Antonino Messineo si è insediato alla guida di via Antiochia: «Prima della repressione e della prevenzione, c’è la capacità di ascoltare»

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di F.T.

Il nuovo questore omaggia i Caduti

Lunedì mattina, come prima cosa dopo il suo insediamento, ha deposto una corona alla memoria dei caduti della polizia di Stato, «perché la memoria è fondamentale per apprendere dal passato e costruire il futuro». Il nuovo questore di Terni Antonino Messineo, accompagnato dal vicario Raffaele Clemente e dal capo di Gabinetto Giuseppe Taschetti, si è presentato alla stampa cittadina («il vostro ruolo è centrale per far crescere la società e rendere efficace la nostra opera») e sembra avere, forte dell’esperienza maturata in numerosi incarichi ad alta complessità, le idee chiare. Dialogo e apertura alla città, prima di tutto, ma anche fermezza nell’applicare la legge.

TERNI, IL QUESTORE MESSINEO SI PRESENTA – VIDEO

«Rapporto stretto con la città» Siciliano doc, Messineo ha già incontrato il personale della questura («a noi spetta il compito di essere vicini ai cittadini, specie ai più deboli») ma anche le organizzazioni sindacali e il prefetto. Un ‘giro’ che proseguirà in questi giorni, fino a toccare tutte le componenti istituzionali e non della città. «Per molti – dice il neo questore, con alle spalle importanti esperienze nella sua Sicilia ed a Roma, nella Direzione investigativa antimafia – la polizia è ‘l’ultima spiaggia’ quando si ha un problema. Invece credo che il rapporto debba essere continuo e diretto, perché fra i nostri compiti c’è anche quello di prevenire e ridurre i possibili rischi».

Antonino Messineo saluta i Funzionari

La citazione Repressione se necessario, prevenzione sempre. Ma c’è anche una terza componente che Antonino Messineo ritiene fondamentale: «Gian Maria Volonté in ‘Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto’ diceva, da dirigente di polizia: ‘A noi il compito di reprimere, agli altri quello di educare’. Una filosofia, stiamo parlando comunque di un film, profondamente errata. Fra i nostri compiti ci sono anche l’informazione e l’ascolto, per recepire tutte le istanze provenienti dal territorio e costruire la sicurezza insieme ai cittadini, alle istituzioni, alle associazioni, a tutte le componenti rappresentative. La conoscenza capillare della realtà, dei sui aspetti migliori ma anche di quelli peggiori e che presentano dei pericoli, consente di ridurre la pur necessaria prevenzione e di dare risposte tempestive. La sicurezza si costruisce tutti insieme e ognuno di noi è responsabile di un pezzetto di questa». 

Dialogo Dialogo al centro, quindi: «Se gli altri non si avvicineranno, sarò io ad avvicinarmi. Di recente a Terni ci sono stati degli arresti per stalking. In tutti questi casi le vittime si sono aperte con i nostri operatori perché hanno trovato persone disponibili, attente e in grado di capire le situazioni. Questa propensione alla comprensione vorrei che l’avessimo tutti noi, ogni giorno, unita alla capacità di ascoltare le persone. Gli aspetti psicologici sono da sempre al centro del nostro lavoro».

Il questore Messineo e il vicario Clemente

La sua Sicilia «Per 18 anni ho operato nella mia terra ed ho auto modo di ricoprire diversi incarichi, da Palermo ad Agrigento, fino al commissariato di Sciacca. Posti difficili ma molto formativi, vissuti in periodi dove la tensione si tagliava con il coltello. Oggi la Sicilia è diversa perché è la gente ad essere cambiata. Ad una manifestazione anti mafia, prima ci andavano trenta giovani e oggi tremila. La mafia c’è, continua ad esistere ed è reale. Ma forse è anche merito della polizia di Stato, presente nelle città, nelle scuole e accanto alle persone, se la società ha fatto dei passi avanti. Una prospettiva che ho avuto modo di approfondire anche durante gli anni trascorsi a Roma, nella Direzione investigativa antimafia (dove Messineo ha ricoperto anche il ruolo di vice direttore, ndR) a contrastare i fenomeni mafiosi presenti in ogni parte d’Italia».

Ottimismo «Cerco di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno perché aiuta ad essere positivi con sé stessi e con gli altri. Dal punto di vista operativo, concepisco gli arresti come un risultato importante ma anche una sconfitta, perché il reato si è ormai consumato. Sarebbe bello veder diminuire sia i reati che gli arresti, ma la realtà è spesso diversa. Lavorerò per cambiarla, per avvicinarla a quelli che sono i miei obiettivi e quelli dell’istituzione che mi onoro di servire da oltre 30 anni. Di Terni voglio conoscere tutto, a partire dai giovani e dalle scuole. I temi delicati sono tanti, dal bullismo ai reati consumati attraverso il web, alla sicurezza pubblica e non ultima la ‘movida’. Saremo presenti in tutti questi ambiti con un approccio collaborativo ma sempre orientato al rispetto dei ruoli e delle regole».

Antonino Messineo (foto Mirimao)

Il curriculum Il dirigente della Polizia di Stato Antonino Messineo è nato ad Agrigento nel 1961. Dopo la laurea in giurisprudenza, nel 1985 entra nell’amministrazione della Pubblica Sicurezza. Nel 1986 viene assegnato al Reparto Mobile di Palermo quale funzionario addetto al Nucleo Mobile. Nel 1987, trasferito alla questura di Agrigento, gli viene affidato l’incarico di dirigente dell’Ufficio Misure di Prevenzione. Nel corso dei tre anni di dirigenza ha curato la stesura di innumerevoli misure di prevenzione nei confronti di soggetti gravitanti in Cosa Nostra e Stidda. Nel giugno 1990 gli viene affidato l’incarico di Dirigente della Polizia Amministrativa e Sociale, dove ha curato la prima importante sanatoria riguardante gli extracomunitari. Nel novembre 1990 viene nominato Dirigente della DIGOS e nel 1991 Capo di Gabinetto. Nel 1993 viene trasferito quale Dirigente al Commissariato di Sciacca, dove ha curato in particolar modo l’attività di controllo del territorio e di investigazione sul fronte della lotta ad associazioni criminali dedite al traffico di sostanze stupefacenti, usura ed estorsioni. Nel 2001 è alla questura di Agrigento come Capo di Gabinetto e nel 2003 viene promosso Primo Dirigente della Polizia di Stato e in seguito viene trasferito a Roma presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Centrale di Protezione – quale direttore della Divisione Testimoni. Nel 2007, viene trasferito alla Direzione Investigativa Antimafia – Reparto Investigazioni Giudiziarie – quale Direttore della II Divisione contrasto Camorra e ‘Ndrangheta. Nel 2011 viene trasferito presso l’Ispettorato di Pubblica Sicurezza ‘Senato della Repubblica’ con le funzioni di Vice Dirigente. L’ufficio costituisce di fatto lo snodo di tutte le attività di ordine e sicurezza pubblica che, in qualsiasi modo, coinvolgono le strutture senatoriali e rappresenta l’interfaccia con le autorità di PS, con le altre forze di polizia e con gli uffici e reparti della Polizia di Stato. Nel 2013 viene promosso Dirigente Superiore della Polizia di Stato e ad agosto viene trasferito alla Direzione Investigativa Antimafia con le funzioni di Capo Ufficio Ispettivo. Coadiuva il Direttore della DIA nel mantenere costantemente efficace ed efficiente la gestione delle risorse umane e strumentali per il perseguimento degli obiettivi istituzionali, verifica inoltre l’esecuzione degli ordini e delle direttive impartite. Nel 2014 assume l’incarico di Vice Direttore Amministrativo. Coadiuva il Direttore della DIA per il più efficace espletamento dei compiti istituzionali e sovrintende con poteri di coordinamento funzionale, di controllo e di impulso operativo, alle attività dei seguenti uffici: Ufficio Amministrazione, Ufficio Addestramento, Ufficio Informatica, Ufficio Servizi di Ragioneria e Ufficio Supporti Tecnico Investigativi. È insignito delle seguenti onorificenze: Croce di bronzo per anzianità di servizio, conferita dal Capo della Polizia nel 2012; Medaglia d’oro al merito di servizio, conferita dal capo della Polizia nel 2012. È stato altresì destinatario di varie ricompense nel corso della sua attività professionale: encomi solenni, encomi, parole di lode e premi in denaro.

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