Terni, paura in carcere: aggrediti 4 agenti

Nuovo episodio di violenza a vocabolo Sabbione. Lo riferisce il sindacato Sappe che invoca l’intervento del ministro Orlando

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Ancora un episodio di violenza all’interno del carcere di Terni e a denunciarlo, anche in questo caso, è il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe.

Il fatto «La violenza, improvvisa e ingiustificata – racconta il segretario regionale del sindacato, Fabrizio Bonino – è stata messa in atto lunedì mattina da due detenuti italiani ristretti per il reato di spaccio di droga. I due hanno aggredito un agente mentre era in atto il controllo e la battitura delle inferriate della finestra, evidentemente ‘infastiditi’ dall’operazione. Le urla dell’aggredito hanno portato all’intervento di altri agenti della polizia penitenziaria e alla fine sono rimasti feriti quattro ‘baschi azzurri’, tre medicato in carcere e un quarto costretto a rivolgersi al pronto soccorso cittadino. A loro – aggiunge il segretario del Sappe – va la nostra vicinanza e solidarietà, ma questa spirale di violenza che caratterizza da troppo tempo il carcere di Terni è inaccettabile».

SAPPE: «PERSONALE A RISCHIO»

I ‘precedenti’ L’episodio fa seguito ad altri, analoghi, accaduti nelle ultime settimane: tentate aggressioni, altre purtroppo concretizzate, e anche il tentato suicidio di un detenuto a fine agosto. Fatti che hanno spinto il sindacato ad una protesta decisa, con tanto di ispezione da parte del segretario nazionale del Sappe Donato Capece e dello stesso Bonino.

Duro attacco Ora il Sappe, alla luce di quella che ritiene «un’evidente pessima organizzazione lavorativa e detentiva della struttura», arriva a chiedere l’intervento diretto del ministro della giustizia Andrea Orlando e dei vertici dell’amministrazione penitenziaria centrale e regionale. «La grave aggressione ai quattro poliziotti Terni, feriti e vittime di una violenza assurda e ingiustificata – afferma Donato Capece – è sintomatica di un’ingovernabilità e di una disorganizzazione da parte del direttore del carcere e del comandante del reparto di polizia penitenziaria. L’amministrazione della giustizia regionale e nazionale non possono continuare a restare inerti, ma devono procedere ad avvicendamenti con altri dirigenti e funzionari, evidentemente più stimolati professionalmente».

«Pronti a incatenarci» «È ora di finirla con questo ‘buonismo’ da parte della direzione del carcere – attacca Fabrizio Bonino -. Se nessuno interverrà per ripristinare una situazione di sicurezza, siamo pronti a proteste clamorose, anche ad incatenarci ai cancelli di ingresso della struttura».

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