Terni, ‘Piazza delle mamme e dei papà’: Lega resta sola

Ancora un surreale pomeriggio in consiglio comunale: bagarre e approvazione dell’atto leghista. In maggioranza Fdi e Fi si astengono, Rossi vota contro

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Più di un’ora e trenta di discussione, accuse e attacchi. Nonostante se ne fosse già parlato un mese fa con tanto di polemiche a più riprese e una serie di atti in lista da esaurire, tra i quali Papigno, la sicurezza stradale e le misure per sostenere il centro cittadino: il punto dell’odierno consiglio comunale di Terni sul quale ci si è più confrontati è quello proposto da Federico Brizi, Federico Cini e Marco Cozza – Lega – sull’intitolazione di un luogo pubblico alle figure materna e paterna. Al termine della lunga bagarre c’è il semaforo verde. Solo con i voti a favore degli esponenti del Carroccio perché Fratelli d’Italia e Forza Italia si astengono, mentre Michele Rossi è contrario: «Propagandistico, inutile e insensato».

«LA LEGA SI OCCUPI DEI PROBLEMI VERI»

L’atto di indirizzo contestato

«Ripensarlo per renderlo meno divisivo»

Ci si era fermati sul discorso di Claudio Fiorelli (M5S) il 16 novembre e da lì si riparte: «Intitolare una piazza a mamma e papà mi sembra più per rimarcare un concetto caro ad un certo elettorato. La toponomastica deve essere inclusiva, così rischiamo di diventare ‘superati’. Il concetto di famiglia inteso come nucleo sociale più che basato sul genere è sull’amore, la coppia. Piazza della famiglia sarebbe stato più inclusivo: esorto ad un ripensamento per renderlo meno divisivo», l’invito del pentastellato. Sulla stessa linea Paolo Angeletti (Terni Immagina): «Il problema è che un’intitolazione del genere suona come un’offesa, uno schiaffo a chi ha portato avanti delle battaglie per fare le unioni civili e difendere la personalità ed i diritti degli omosessuali. C’è il sospetto che si voglia andare contro a tutto ciò. Sono dispiaciuto: cerchiamo di trovare un accordo portando l’atto in commissione ed estenderlo a tutte le coppie». Accadrà l’opposto. Con toni accesi.

ANCHE ESPONENTI DELLA MAGGIORANZA SONO PERPLESSI

Comunardo Tobia

La chiusura mentale

A replicare – uno dei firmatari dell’atto – è stato il capogruppo della Lega: «Da un lato sono contento che abbia suscitato un vivo dibattito. Rimango abbastanza basito degli interventi della minoranza: riflettono una visione politica che poco mi sorprende. Affermiamo una cosa ovvia che, purtroppo, oggi non lo è più. Vogliamo mettere in evidenza la famiglia come luogo dove c’è maggior protezione e l’individuo trova la sua formazione e crescita civile/civico. Non siamo bigotti o contrari al riconoscimento di altre forme affettive: chi mostra chiusura mentale è la parte sinistra dell’emiciclo.Le ideologiche di chiusura hanno portato solo a guerre ed eventi negativi». Federico Pasculli (M5S) ha puntualizzato un concetto: «Chi vota questo atto cosa otterrà? Palesemente ridicolo parlarne. Mi aspettavo che la Lega ritirasse l’atto, è sterile».

10 NOVEMBRE, SCATTA LA POLEMICA SULL’ATTO

Federico Cini

Tobia, l’ignoranza e l’ira Lega. Scontro su votazioni

Comunardo Tobia attacca in maniera più dura: «Una cosa improponibile. C’è tanta ignoranza nel presentare un atto del genere e questo va al di là della politica. Questa è cultura generale, nessuno ha nulla – tirati in ballo alcuni contenuti di una tesi di laurea in filosofia discussa alla Ca’ Foscari di Venezia – contro mamma e papà. Per lavoro conosco famiglie dove vengono perpetrati degli abusi, possono essere di tanti tipi». E qui Federico Cini (Lega) perde le staffe: «Non consento che si dia degli ignoranti in questo modo, non è tollerabile. Le fonti che cita arrivano da una tesi di laurea e non è uno studio scientifico. Deve assolutamente chiedere scusa. E la polemica politica non mi interessa, per carità, abbiamo valori diversi». Poi è Valentina Pococacio (M5S) a chiedere il rinvio in commissione. Si litiga anche sulla votazione: i consiglieri leghisti non vogliono alcuno slittamento. E infatti non c’è: 17 ‘no’, 11 ‘sì’ (c’è anche Michele Rossi di Terni Civica, maggioranza) ed un astenuto. Respinta. Paolo Cicchini nel contempo si scatena: «Sono profondamente offeso. Se qualcuno vuole una lezione gliela dò quando vuole», l’attacco dell’esponente del ‘Carroccio’. Stessa storia per il tentativo di prolungare la seduta dalle 19.30 alle 21 per arrivare al punto sulla Ztl: favorevoli – 15 contrari – solo i consiglieri di minoranza e stop. Alessandro Gentiletti (Senso Civico) contesta: «Avevo chiesto altro, ovvero di terminare all’esaurimento di questo atto. Non mi riconosco nella votazione fatta». Francesco Maria Ferranti acconsente e riparte il giro: questa volta c’è il via libera. Infine ci prova Emanuele Fiorini (Misto, Forza Centro): «Proseguire fino all’esaurimento dell’ordine del giorno». Bocciato.

DURANTE IL CONSIGLIO IRROMPE LA CENA DELLA PEPEGNA – VIDEO

Maurizio Cecconelli

L’approvazione: leghisti soli in maggioranza

Alle 20 inoltrate – ebbene sì, c’è chi si dimentica il microfono acceso mentre cucina le zucchine, un momento di ‘leggerezza’ in un contesto alquanto pesante – si arriva al dunque: 12 favorevoli, 10 contrari e 7 astenuti, con Paola Pincardini (Uniti per Terni) che si tira fuori. «Troppo generico l’atto, mi astengo», il commento di Doriana Musacchi (Misto). Poi la maggioranza: «Capisco l’intento e lo condivido. Tuttavia ho visto molte polemiche e serve un valore inclusivo: può essere aggiustato e da parte nostra c’è l’astensione», spiega Lucia Dominici (FI). Cicchini (Lega) ha sottolineato che esce dalla riunione «con lo stomaco rivoltato, non si è capito lo spirito. Non c’entra nulla con la politica dei generi. Parlare di mamma e papà è una carezza del cuore, un soffio di poesia. Non c’è stata alcuna volontà di prevaricare, me ne sarei vergognato. Sono nauseato. Riappacifichiamoci perché le cose non stanno andando come dovrebbero». ‘Esulta’ ed entra in tackle Gentiletti: «Contento che ce lo togliamo di torno, non se ne poteva più. Ci sono tematiche importanti da trattare. Esco disgustato anche io e non è la prima volta: era già successo quando Latini, per giustificarsi sulla foto sull’omofobia, disse che bisognava proteggere i bambini. Nessuno deve giudicare gli altri in base alle scelte individuali: perde anche il sindaco di Terni, conferma che non è il primo cittadino di tutti. Ci libereremo di questa amministrazione. Faremo una grande festa per inaugurare la piazza con le famiglie arcobaleno». Contrario Angeletti, così come Tobia: «Ignorare non significa – il consigliere pentastellato torna sulla polemica precedente –  essere stupidi, non era un’offesa».

Perplessità anche dalla maggioranza

‘No’ anche per Fiorini, quindi Rossi (Terni Civica): «Sono molto perplesso. La toponomastica è altro, utile per celebrare la storia di una nazione e di una città. Questo atto è divisivo e intravedo un uso politico. Proposta insensata, inutile e propagandistica». Chiaro riferimento a come si era esposta Barbara Saltamartini (‘commissaria’ della Lega per Terni) sull’idea di apertura parziale della Ztl. Maurizio Cecconelli (FdI) usa i cinque minuti per prenderla larga e giungere alla dichiarazione di astensione: «Il discorso è complesso, semplificarlo con un’intitolazione è un eccesso di banalizzazione. Il dibattito è andato oltre la politica, si entra in un ambito personale, etico e morale. Ciò mi porta ad essere scettico. So quanto l’opposizione goda, ma su temi politici non c’è alcuna divisione in maggioranza». Tutti a cena, forse è meglio.

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