Terni: «Piazza Tacito negata ai non vedenti»

Grido dall’allarme della Unmil: «Mucchi di rami ostacolano gli attraversamenti pedonali e il percorso tattile per i non vedenti»

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di Francesca Torricelli

I lecci di piazza Tacito a Terni sono stati potati e i rami sono ammassati a terra. E sono lì, da giorni. «La cosa più grave – non che l’averli lasciati lì per giorni non lo fosse già abbastanza – è che i mucchi di rami ostacolano gli attraversamenti pedonali e il percorso tattile per i non vedenti impedendogli, di fatto, l’accesso sicuro alla piazza». Questo è il nuovo grido d’allarme della Unmil, l’Unione nazionale mutilati e invalidi del lavoro.

Il percorso tattile

Il percorso tattile

Il percorso per non vedenti Nel 2014, nella nuova pavimentazione di piazza Tacito, è stato inserito un percorso tattile, cioè un sistema progettato per agevolare gli spostamenti autonomi e sicuri dei non vedenti e degli ipovedenti. Sono state, quindi, installate tre mappe tattili a rilievo posizionate nei tre punti di accesso alla piazza (via Mazzini, corso Tacito e via Battisti).

LE FOTO DEI MUCCHI DI RAMI IN PIAZZA TACITO

 

Accesso alla piazza bloccato

Accesso alla piazza bloccato

Accessi bloccati «Grazie al percorso tattile, una persona non vedente che si appresta a raggiungere la piazza da via Battisti, ad esempio, ha la possibilità di capire dove poter attraversare la strada per raggiungere l’altro marciapiede», spiega il presidente della Unmil, Gianfranco Colasanti. «Il problema è che se su quel marciapiede, chi ha realizzato i lavori di potatura, ha lasciato mucchi di rami, il non vedente rischia di caderci inesorabilmente dentro. È uno scandalo».

Il cartello del Comune

Il cartello del Comune

Tutti a casa «Siamo stanchi di questi lavori fatti male o fatti a metà. Sui cartelli affissi dal Comune in piazza Tacito i giorni di ‘disagio’ indicati erano il 5 e il 6 ottobre. Siamo al 12 e quello scempio è ancora lì. La città deve essere amministrata bene, andando incontro ai bisogni del cittadino e non ostacolandolo. Se non siete capaci o non avete più voglia – conclude Colasanti – fate un atto di dignità, fate come Marino, andate tutti a casa».

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