Terni: più si avvicinano le elezioni e più si balla la ‘quadriglia’. La Lega con la scopa in mano

Le dimissioni della Leonelli potrebbero dare spazio ad Antonietti (ex Lega, ora FdI). In attesa di altri cambi di casacca

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Non c’è davvero pace per il consiglio comunale di Terni, già teatro di qualche decina di cambi di casacca, dimissioni, avvicendamenti soprattutto nell’ambito della maggioranza. All’orizzonte c’è ovviamente il voto amministrativo della primavera 2023 e intanto ci si posiziona, si mandano segnali, si inizia a ‘lavorare’.

LE PREFERENZE DEL 2018

Anna Maria Leonelli

Leonelli saluta: «Mi dedico al lavoro». Spazio a FdI?

Dopo le recenti elezioni politiche, prosegue lo psicodramma della Lega il cui gruppo consiliare – l’ultima è stata Valeria D’Acunzo – si appresterebbe a perdere altri pezzi, più e meno direttamente. Si parte dalle dimissioni di Anna Maria Leonelli: «A pochi mesi dal voto è giusto dare spazio ad altri, lascio il posto ai più giovani e mi dedico al lavoro. Nessun problema», dice. Candidata nel 2018 con la Lega, una vita nella destra sociale e da tempo transitata al Misto, la Leonelli dovrebbe lasciare il posto a Marco Gubbiotti e, se quest’ultimo – altri rumors – dovesse rifiutare, si passerebbe a Stefano Antonietti. Che anche lui era candidato nella Lega ma da tempo è passato a Fratelli d’Italia. Non un bel periodo per i ‘verdi’ salviniani che devono ancora ricompattarsi dopo la débâcle del 25 settembre.

SALUTA LA D’ACUNZO

Leonardo Latini e Federico Brizi

‘Fuga’ dalla Lega?

Le altre voci, alcune delle quali da tempo si susseguono, riguardano consiglieri leghisti in ordine sparso che sarebbero pronti a cambiare partito. Nulla di strano, se ci mettiamo in mezzo anche le frizioni fra maggiorenti locali, gruppo consiliare e sindaco Latini, sempre sull’esito delle politiche e la mancata elezione di un rappresentante ternano della Lega in Parlamento. Quantomeno cervellotico – se si guardano i numeri della Lega in altri territori – addebitare un esito del genere al primo cittadino. Ma siamo in ‘odore’ di amministrative e ogni mossa o voce ce lo ricorda.

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