Terni, divampano fiamme e polemiche

Brucia la ex Dicat, struttura abbandonata di proprietà del Comune. De Luca (M5S): «Farò immediata richiesta del certificato antincendio»

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dicat terni incendio6Fiamme in pieno centro a Terni, nella prima serata di lunedì. Tre mezzi dei vigili del fuoco sono stati costretti ad intervenire nei pressi dell’obelisco di Pomodoro a causa di un incendio sviluppatosi all’interno della palazzina ex-Dicat, di proprietà comunale.

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Rogo Gli uomini del 115 sono entrati in azione utilizzando un’autoscala e due autopompe. L’intervento è stato esteso anche all’intervento all’interno con l’ausilio attrezzature e respiratori. La prima ipotesi è che qualcuno si sia introdotto nell’edificio – e l’accesso, a giudicare dallo stato di alcune recinzioni, non sembra affatto difficile – per poi bruciare una parte del materiale cartaceo presente.

INCENDIO ALL’EX DICAT – VIDEO

Indagini Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della squadra Volante della polizia di Stato – presente il dirigente Giuseppe Taschetti – e della polizia municipale di Terni, oltre all’assessore Stefano Bucari, al dirigente comunale Renato Pierdonati e al funzionario Federico Nannurelli. L’edificio contiene numerosi documenti del Comune di Terni, risalenti per lo più agli anni ’80, anche dei servizi di polizia, verbali, edilizia e centinaia di altre ‘carte’ relative ad attività dell’ente pubblico. La barra che delimita il parcheggio della struttura non risulta manomessa: ignoti si sarebbero avvicinati a piedi alla palazzina per poi appiccare il fuoco, dall’interno o – questa la seconda ipotesi – gettando dall’esterno del materiale già acceso.

Al lavoro Dopo circa un’ora dall’intervento – l’emergenza è scattata intorno alle 21 – i vigili del fuoco sono riusciti a delimitare il rogo, praticamente spento. Il lavoro proseguirà per ‘smassare’ il materiale bruciato e mettere in sicurezza la struttura. All’orizzonte si stagliano già le polemiche sulle condizioni dell’edificio, da tempo in vendita – ma di acquirenti neanche l’ombra – e in stato di abbandono.

De Luca attacca «Altro che anni ’80. Tra i documenti presenti all’interno dell’ex Dicat c’erano decine di scatoloni riguardanti le partecipate – attacca il capogruppo del M5S in consiglio comunale, Thomas De Luca – e tantissimi altri documenti decisamente più recenti e prossimi ai giorni nostri. Faldoni di documenti sensibili come quelli con la scritta Aire sulla copertina, anagrafe degli italiani residenti all’estero, che ho visto con i miei occhi. Ho effettuato personalmente un sopralluogo, accompagnato da dipendenti, un po’ di tempo fa per cercare di reperire alcuni documenti non presenti negli uffici».

Gli appartamenti De Luca parla di «piani interi stracolmi di raccoglitori, accatastati tra animali morti e guano di piccione. Una situazione vergognosa su cui stavamo cercando di fare luce e pianificare possibili soluzioni per spostare tutti i documenti in luogo più sicuro e dignitoso. Più volte lo avevamo denunciato nei nostri interventi in consiglio comunale compreso lunedì nel corso della discussione su Corso del Popolo. Un edificio con appartamenti praticamente integri. In una situazione di emergenza abitativa come quella attuale, in cui persone senza casa sentono costantemente sbattersi la porta in faccia dall’amministrazione, è stato preferito lasciarla marcire nel degrado. Ricordiamo che proprio fino a due tre anni fa c’erano ancora persone lì dentro, alloggi popolari, poi spostate altrove. D’altronde meglio che le case popolari e chi le abita vadano distanti dai centri di potere, lontano dagli occhi e lontano dal cuore».

L’annuncio Nella mattinata di martedì, annuncia il consigliere del M5S, «farò immediata richiesta del certificato antincendio di cui deve essere provvisto l’edificio e dell’elenco, del catalogo di tutti documenti che erano presenti e di quelli che sono andati distrutti. Nessuna supposizione o ipotesi ci sono organi inquirenti deputati ad indagare sull’origine del rogo lasciamo che facciano il loro lavoro. Se qualcuno, però, pensa che si possa politicamente soprassedere sul degrado in cui versava la palazzina e sul vergognoso modo in cui venivano conservati i documenti, ha sbagliato strada».

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