Terni, Porfidi (SI): «Unità fra chi non vuole questa destra. Veti e steccati senza senso»

In vista delle prossime elezioni amministrative, la segretaria di Sinistra Italiana traccia un bilancio politico

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di Federica Porfidi
Segretaria provinciale Sinistra Italiana Terni

Le elezioni si avvicinano ed è tempo di bilanci. Ogni giorno le cronache cittadine evidenziano le enormi criticità che affliggono la nostra comunità. L’ospedale di Terni è al collasso e anche l’assessore regionale Melasecche inscena uno show scandalizzato al pronto soccorso per cercare di scaricare le responsabilità su Tesei e Coletto (ormai al capolinea politico nel loro partito), per smarcarsi dalle sue responsabilità di amministratore ternano in Regione.

La giunta Latini è una giungla di lotte interne e odi reciproci, dove lo stesso sindaco è considerato dai suoi inadeguato e da sostituire. Questa compagine è riuscita in cinque anni ad illuminare bene (ci è piaciuto, questo sì) piazza Europa e vie limitrofe, nel periodo natalizio e valentiniano. Per il resto ha gettato nell’oscurità più totale la vita sociale ed economica di Terni. È arrivata sulle ali del vento del cambiamento ma l’unico cambiamento prodotto è stato quello di ostacolare i cittadini attivi che costruivano il tessuto di tante piccole e grandi iniziative sociali. Sfrattati da stanze comunali messe al bando come fossero appalti economici di rilievo (mentre a Roma contrasta gli appalti per i balneari però).

Risultato: azzerare e desertificate iniziative meritorie costruite con fatica. Doposcuola per bambini, servizi per disabili, centri giovanili, per gli anziani, per le donne, per sostituirle col deserto del nulla cosmico. Forse il cambiamento era solo la cancel culture. Cancellare tutto e basta. Non c’era un’alternativa da proporre al modello progressista che ha animato Terni per tanti anni, come una città viva di tante energie differenti. Si è voluto buttar via con l’acqua ‘sporca’ anche il bambino. Nè si è visto un nuovo progetto alternativo per la città.

Le destre hanno aspettato tanto per salire al potere. Per fare cosa? Dove hanno collocato la Terni? Terni è marginale nelle politiche regionali della sanità, in quelle del Pnrr dove l’unico progetto degno di nota è un impianto di recupero di fanghi… pure inquinante. Sui rifiuti si torna alla visione dell’incenerimento come conclusione del ciclo, con un ulteriore inceneritore per tutta l’Umbria (da fare dove? Forse dove c’è già?), mentre Asm è stata svenduta ad Acea che potrebbe portare anche rifiuti da Roma volendo… ma intanto ci aumenta la Tari, tanto per gradire. La rete del commercio è completamente priva di una programmazione che rispetti dei vincoli di compatibilità con lo sviluppo urbano, con la salvaguardia della vitalità del centro cittadino, con una concorrenza sostenibile tra piccolo commercio e grandi superfici. Unico progetto positivo, proposto con forza dalle opposizioni, il mercatino settimanale nelle vie del centro, che si vorrebbe già eliminare. Perchè? Non è una iniziativa valida e da qualificare anzi, per attrare visitatori nel cuore di Terni?

Sull’ambiente l’unica politica che abbiamo visto è quella dell’abbattimento sconsiderato degli alberi, sostituito alle potature di controllo, maggiormente onerose. Stessa cosa per l’igiene ambientale, la pulizia e la cura degli spazi cittadini, che ha raggiunto limiti di incuria mai conosciuti a Terni. Stessa sporcizia anche nei luoghi turistici di pregio come i Campacci di Marmore, il lago di Piediluco, la Cascata. Un ‘bel’ biglietto da visita per i turisti che dopo la pandemia hanno ripreso in massa a frequentare questi siti. Gli incassi consistenti della Cascata non si utilizzano per curare i poli turistici, per valorizzarli con iniziative ed eventi, per creare occupazione. Anzi gli investimenti sulla Cascata sono stati ridotti, ridotte le ore di apertura e quindi i posti di lavoro di questo sito e di quelli collegati. Polo museale del Caos, Carsulae, sono stati visti da questa giunta solo come costi da contenere.

Per non parlare delle arterie di collegamento, la E45 è sempre più un colabrodo di lavori infiniti per lunghi tratti ad una sola corsia da Terni verso Orte e verso Perugia. Il turista del weekend si trova imbottigliato in lunghe code verso il casello di Orte ogni domenica sera. Quanti dopo tali esperienze programmano un ritorno? Non va meglio a chi fa impresa. Non si sono visti in cinque anni passi avanti per il collegamento con Civitavecchia o verso altre destinazioni. Terni è sempre più isolata sia per il trasporto privato. Ma l’assessore ai trasporti in Regione era lo stesso che fa i blitz al pronto soccorso… Insomma il bilancio è tragico.

In questi mesi come Sinistra Italiana nell’ambito di Senso Civico, abbiamo lavorato senza sosta per cercare di unire le forze alternative al centrodestra. Perché crediamo che un’altra Terni esista e aspetti di trovare voce e rappresentanza. Una Terni che ha voglia di impegnarsi, di progettare, di tornare a fare comunità, di tornare ad avere uno sguardo aperto sul mondo, di ritrovare le sue radici e mettere alle spalle stagioni di confusione politica e identitaria. Abbiamo cercato di convincere i principali protagonisti dei partiti di sinistra o di movimento, facendo appello a superare gli steccati per unirsi e proporre un’alternativa credibile a questa città. Ci sembra che non si stia andando in questa direzione per veti e diffidenze reciproche che non hanno senso di fronte a questi problemi. Crediamo che non solo i partiti debbano decidere del futuro della sinistra e della città. Serve una mobilitazione delle forze attive per scongiurare la possibilità nefasta di spianare la strada alla riconferma di questi amministratori incapaci alla guida di Terni. Lunedì Senso Civico ha convocato un’assemblea pubblica e questo sarà il mio contributo al dibattito. Non sarà l’unica occasione. Ma chiediamo alle forze vive della città di prendere parola perché il tempo stringe.

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