Terni, Potere al Popolo: «Cambiare gli schemi»

Il candidato a sindaco Camuzzi svela le carte, con tanto di attacchi: «Noi non spacciamo speranze mirabolanti. Ripartire da periferie e partecipazione dei cittadini. Via l’austerità»

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«Diffidate degli spacciatori di speranze. Il diritto alla città non implica nulla più che una concezione rivoluzionaria della cittadinanza politica». Citazioni di Pier Paolo Pasolini e Henri Lefebvre in due frasi che, in estrema sintesi, raccolgono gran parte dei messaggi lanciati in vista delle elezioni del 10 giugno a Tern. Potere al Popolo, con il suo candidato a sindaco Emiliano Camuzzi, martedì mattina ha il programma politico e la lista con particolare attenzione su ambiente, lavoro, salute, partecipazione popolare, periferie e internalizzazione dei servizi. Bordate al Partito Comunista e, in generale, agli ultimi anni d’amministrazione.

IL PROGRAMMA POLITICO DI POTERE AL POPOLO, LEGGI IL DOCUMENTO COMPLETO

La presentazione

Il paradigma da rovesciare e l’austerità Potere al Popolo entra in tackle su chi, in campagna elettorale, punta su promesse ‘mirabolanti’: «Questi ragazzi – le parole di Camuzzi nel parlare dei candidati al consiglio comunale – rappresentano quelle parti della città attive nell’opposizione sociale al sistema di potere ternano. Abbiamo presentato un progetto che parla di Terni senza fare promesse mirabolanti, che non potranno essere realizzate da nessuno perché la situazione è ben nota: non ci sono risorse, a meno che non si decida di uscire dalla gabbia dei vincoli. Vale a dire quel pareggio di bilancio che ‘strozza’ i Comuni e causa il taglio di servizi per le fasce più deboli della popolazione. C’è bisogno di capovolgere il paradigma che ha governato in questi anni, poggiato sull’austerità, sul taglio delle risorse e delle declinazioni a livello locale delle politiche neoliberiste imposte dall’Unione Europea».

Emiliano Camuzzi

LA LISTA DI POTERE AL POPOLO

‘Sberla’ al Partito Comunista Inevitabile – considerata l’area di appartenenza – un cenno al gruppo guidato da Mariano De Persio: «Potere al popolo è plurale e pluralista, vogliamo parlare con chi ha portato avanti forme di resistenza a queste politiche. Qualcuno ha deciso – Camuzzi non cita, ma il riferimento è chiaro – di fare una scelta autoreferenziale, di mettersi sopra un piedistallo e dire che loro sono gli unici rappresentanti di un certo tipo di ideologia: abbiamo provato a interloquire con tutti e per noi essere comunisti significa confrontarsi con le contraddizioni della società. Non altro». Bene, che intenzioni ci sono?

Sfruttati, sfruttatori e rappresentanza Tra gli esponenti – funge anche da portavoce – c’è anche la 29enne Benedetta Calderigi: «Questa città è come una fabbrica, è piena di sfruttati e sfruttatori. Potere al Popolo punta sul diritto alla città: la partecipazione non può più essere delegata, ma diretta. Il nostro obiettivo è trovare un referente per ogni quartiere o territorio per far diventare il nostro programma ‘reale’. Il diritto all’autodeterminazione passa dall’abrogazione di quell’articolo 81, il pareggio di bilancio. Camuzzi – il passaggio sul candidato a sindaco – è stato al centro della battaglia dell’Isrim. Vogliamo che quella battaglia sia quella di tutta Terni».

Benedetta Calderigi

I consigli di quartiere Potere al Popolo si unisce al coro di chi chiede lumi sul buco di bilancio: «Vorremmo partire – ha ripreso Camuzzi – da un’indagine sul bilancio, su come si è formato. Bisogna fare una riforma della macchina amministrativa e soprattutto che la città torni a partecipare con un costante monitoraggio di ciò che avviene. Ci piacerebbe istituire – al di là del consiglio di quartiere – il consiglio delle donne, il consiglio civico e il consiglio ambientale. A ciò si aggiungono la consulta sulla cultura, sulle politiche giovanili e sui servizi educativi e la commissione mensa cittadina».

TUTTO SULLE AMMINISTRATIVE A TERNI

Pierluigi Rainone

Periferie, sicurezza, sanità, verde urbano e internalizzazione Focus anche sulle periferie e i servizi socio-assistenziali: «Devono diventare – parte dalle periferie – luoghi di cultura. Per quel che concerne la sicurezza, a noi il concetto di una militarizzazione della città legata al business per gli appalti e della creazione – l’attacco a una parte della concorrenza – di una sorta di ‘Grande Fratello’ in città non piace. Se la città è più allegra, ci saranno ricadute anche sulla sicurezza: l’insicurezza si combatte facendo riappropriare il cittadino degli spazi della città, facendo rivivere i propri quartieri. Questo significa investimenti sulla qualità urbana, sulla cultura, sui servizi, sugli spazi sociali autogestiti e politiche di gestione dei flussi demografici per garantire coesione e integrazione». Sui servizi socio-assistenziali Potere al Popolo propone l’«internalizzazione dei servizi». Sulla sanità il gruppo di Camuzzi chiede «l’istituzione di una commissione d’inchiesta che faccia lumi sui veleni presenti nei terreni» per la difficile situazione ambientale esistente. Altra idea – sempre legato alla questione ambiente – è la «piantumazione di almeno 5 mila alberi che abbiano capacità di attirare e ripulire l’atmosfera dai metalli pesanti e dalle polveri sottili». Brevi passaggi anche sulle problematiche riguardanti la Tk-Ast.

Emiliano Camuzzi

L’unità della sinistra, le risate e il lavoro Camuzzi si scatena – rivendicando il suo lavoro per l’Isrim – quando ricorda che qualcuno aveva lanciato appelli per una sinistra unita: «Mi viene da ridere considerando le persone prese a pesci in faccia – cita anche l’ex sindaco Dante Sotgiu (per la targa del 2014) appena hanno fatto battaglia su ambiente a lavoro. Non so di quale sinistra si parli. Fatto sta che noi battagliamo per una legge contro la delocalizzazione in merito alle politiche per il lavoro». Ribadito che la «lista è stata contrastata, in molti non la volevano».

Alcuni dei candidati a consiglieri comunali

Salute, lavoro e baratto Sull’ambiente, in particolar modo, si è esposto il capolista di Potere al Popolo Pierluigi Rainone: «C’è stata una totale chiusura dell’amministrazione comunale sulle tematiche ambientali e sociali, negazionismo. Questo dal 1993 in avanti. A Terni c’è una sorta di baratto tra salute e lavoro, una cosa inaccettabile: la città è stata distrutta da una industrializzazione senza regole, intanto qui e a Narni c’è la più alta percentuali di disoccupati della regione. Vorremmo la chiusura degli inceneritori e un costante monitoraggio – tirata in ballo anche l’Aia dell’Ast da rinnovare e i 7 punti su 13 non rispettati – delle polveri sottili». Infine l’ultimo concetto: «Una città alienata dai desideri di bisogno delle persone».

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