Terni, progetto Sprar: «Spese anomale»

Il consigliere Fiorini (Gm) punta le lente sulla gestione dell’accoglienza agli immigrati. «Tante responsabilità»

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Il consigliere regionale e comunale Emanuele Fiorini, ex Lega oggi al gruppo misto, ha seguito dal 2017 la vicenda, presentando anche un esposto in procura e interessando il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Non avendo ricevuto risposte, dopo aver ottenuto dal Comune di Terni l’accesso agli atti, ha ora passato al setaccio le oltre 2 mila pagine di documentazione relativa ai progetti Sprar (il Sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati) attivati dal 2014, dalle quali emergono a suo dire «diverse anomalie, a partire dalle spese ingiustificabili». Come gli oltre 9 mila euro spesi per due diverse stampanti acquistate una da Arci e l’altra da San Martino (le due associazioni che gestiscono i progetti) per il programma ‘ordinari’ e per quello ‘disagio mentale’, i 4.760 per un mobiletto metallico, gli 85 mila euro annui di canoni di affitto per cinque strutture che avrebbero ospitato in media 5 persone, oppure i 379 mila euro annue di spesa per il personale dell’intera Ati (di cui fanno parte oltre alle due associazioni, anche Nuova Arci e cooperative Idea e Cerchio). «È il corrispettivo di circa 1.052 euro in media per immigrato, è come se ognuno di loro avesse avuto accanto un operatore» ha detto Fiorini. «È eccessivo e vergognoso nei confronti dei cittadini – ha continuato -. Ci sono verità allucinanti, i soldi pubblici sono stati gestiti male, non è questo il modo di gestire l’accoglienza. E le responsabilità sono diverse». Il dito di Fiorini è puntato non solo contro il Comune, ma anche contro la prefettura.

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