Terni, San Valentino: vescovo ci riprova?

Dopo il tentativo fallito del 2016, per la clamorosa protesta dei fedeli, padre Piemontese non avrebbe intenzione di mollare e vuole il santo in Cattedrale

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Il primo tentativo era clamorosamente fallito: quando, il 12 febbraio del 2016, il vescovo si era presentato nella Basilica di San Valentino – per portare le reliquie del patrono in Cattedrale dove, secondo il presule, sarebbero dovute restare fino al pontificale del 14 febbraio, giorno della festa, per poi essere riportate ‘a casa’ con una solenne processione – aveva trovato un muro umano che si era opposto al trasferimento. Ed aveva dovuto rinunciare.

I FEDELI IMPEDISCONO LO SPOSTAMENTO – IL VIDEO

La diplomazia Ma padre Giuseppe Piemontese non avrebbe intenzione di demordere e – anche se l’annuncio dovrebbe arrivare solo il 1 febbraio – la volontà di portare le reliquie del Santo patrono in cattedrale non sarebbe venuta meno, anzi. Solo che, stavolta, si sarebbe tentata una strada diversa, quella della diplomazia. Con la costituzione di ‘comitato tecnico’, formato da rappresentanti delle istituzioni civili e delle parrocchie – e l’istituzione di una cabina di regia per il calendario degli eventi – il vescovo vorrebbe provare una strategia diversa. Quella della partecipazione. Visto che nel 2016 il solenne pontificale aveva avuto un sapore davvero amaro.

LE IMMAGINI DELLA PROTESTA – LE FOTO

San Valentino

L’omelia Nella sua omelia, monsignor Piemontese l’anno scorso non aveva potuto poteva non fare riferimento alle tensioni scoppiate nella Basilica del Santo. Un passaggio, il suo, molto duro: «Ho avuto, in diverse occasioni, nella interlocuzione impegnativa, la sgradevole percezione che le vere ragioni del proprio pensiero non siano palesate all’interlocutore o coram populo, ma sono fatte circolare in maniera sotterranea, trincerandosi dietro il ‘si dice’, seminando informazioni tendenziose ad arte come chi colpisce ai fianchi, per demolire l’avversario, senza l’intenzione di confrontarsi lealmente con argomenti veri. Forse mi sbaglio, ma senza chiarezza di posizioni, dialogo sincero, leale collaborazione non si costruisce. La stessa vicenda della traslazione temporanea delle reliquie di San Valentino in cattedrale con la finalità di dare respiro più ampio e maggiore ecclesialità e devozione alla festa – aveva detto padre Giuseppe Piemontese – è sintomatica di modalità intolleranti, prepotenti e irrispettose di imporsi».

IL SOLENNE PONTIFICALE VISTO DA MIRIMAO – FOTO

Il pontificale ‘dimezzato’

«Burattinai nell’ombra»  La raccolte di firme, «carpite con informazioni non veritiere e diffusione di notizie fuorvianti, ne ho le prove, non può essere argomento decisivo. L’epilogo – questo il passaggio più ‘duro’ di monsignor Piemontese – è stata una sceneggiata, orchestrata ad arte da burattinai rimasti all’ombra, di un gruppo di persone vocianti, resistenti ad ogni dialogo e prodighi di insulti e invettive. Mi dispiace, ma la civile convivenza anche ecclesiale non può essere governata dalla disinformazione e dalla prepotenza, per di più di pochi».

SAN VALENTINO E ‘I PANNI DELLA FESTA’ – IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO

Le reliquie contese Insomma: pare proprio che il vescovo Piemontese voglia riprovarci. Con una tattica diversa, ma con la stessa decisione: San Valentino, per padre Piemontese, è un ‘patrimonio’ – religioso e non solo – della Diocesi e della città e non solo della parrocchia. L’11 febbraio quelle reliquie dovrebbero spostarsi in Cattedrale, per tornare in Basilica il 14. E stavolta non sarà facile impedirgli di portare a termine il proprio progetto.

 

 

 

 

 

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