Terni, scuola Carducci: corsa contro il tempo

I lavori di adeguamento sismico non partono e gli alunni continuano ad andare all’Ipsia in pullman. L’assessore Corradi: «Servono altri 100 mila euro e la Cdp deve darci l’ok»

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I lavori di adeguamento sismico non partono. I bambini – dopo il trasferimento dalla storica sede di via del Pellicano all’Ipsia di viale Brin – continuano ad andare a scuola con gli autobus messi a disposizione o accompagnati dai genitori. E le prospettive di un ‘ritorno a casa’ per l’anno scolastico 2018/2019 – in mezzo alle pastoie della burocrazia – non sono delle più rosee.

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La situazione è quella della scuola primaria ‘Carducci’ di borgo Rivo. Dallo scorso 19 aprile gli alunni, in ragione dei problemi strutturali legati ai terremoti che fra il 2016 e l’inizio del 2017 hanno sconvolto il centro Italia, sono costretti a raggiungere l’Ipsia – distante circa 5 chilometri – che ha messo a disposizione i propri spazi, garantendo la continuità didattica. Scontati i disagi logistici che hanno portato anche ad un calo delle iscrizioni presso la primaria, ricompresa nell’istituto comprensivo statale ‘Giovanni XXIII’. E in questo contesto, le certezze al momento sono poche.

Le cifre Per i lavori di adeguamento sismico, già progettati, servono 750 mila euro. Di questi, 650 mila – fra fondi comunali, governativi e regionali – sono già disponibili. Mancano 100 mila euro che il Comune può mettere sul piatto attraverso la devoluzione di un mutuo contratto in passato e mai utilizzato. Serve però l’ok della Cassa Depositi e Prestiti, come spiega l’assessore ai lavori pubblici Sandro Corradi che martedì mattina ha incontrato la dirigente scolastica, rappresentanti degli insegnanti e la presidente del consiglio di istituto, Patrizia Braghiroli, che è anche consigliere comunale del M5S.

L’impegno «Ho assunto un impegno – dice Corradi – quello, cioè, di sollecitare la Cdp perché venga autorizzata la devoluzione del mutuo che ci consentirebbe di avere a disposizione tutti i fondi necessari. Per i 100 mila euro mancanti, non possiamo fare altro che ‘pressare’ l’istituzione perché ci dia l’ok appena possibile. A quel punto, oltre ad approvare rapidamente il progetto in giunta, potremo disporre la gara per l’affidamento dei lavori». Per quest’ultima servono fra i 3 ed i 4 mesi, per l’esecuzione materiale dell’intervento si stima invece un periodo di 10/11 mesi.

Tante incognite Se il placet arrivasse entro ottobre – una stima comunque ottimistica – forse gli alunni potrebbero tornare nella sede di borgo Rivo entro la fine del 2018. Altrimenti anche il prossimo anno scolastico sarebbe a rischio ‘trasferta’. «Il problema è chiaro e ne comprendiamo appieno natura e conseguenze – afferma l’assessore ai lavori pubblici -. Ora l’obiettivo è stringere i tempi per salvaguardare una scuola che, con le sue famiglie, è costretta a vivere un periodo complicato».

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