Terni, Scuole chiuse: ‘caso’ Ferentillo

Il Cobas: «Molta confusione sulla questione, grave responsabilità rispetto alla sicurezza all’Istituto ‘Fanciulli’». Il dirigente scolastico: «Siamo in regola»

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«In questi casi, visti anche i tragici precedenti, l’applicazione del principio di precauzione è l’unica scelta sensata». Il Cobas (Comitato di base della scuola) di Terni, commentano così la decisione della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, «di chiudere le scuole umbre a seguito delle intense e ripetute scosse sismiche che hanno devastato Norcia e gran parte della Valnerina, facendosi sentire in tutta la regione».

terremoto foligno scuoleLa Regione In una nota della Regione, arrivata nella serata di mercoledì, si legge che «le attività didattiche delle scuole umbre sono sospese fino al 5 novembre compreso», una decisione presa nel corso dell’incontro che si è tenuto nella sede del centro di Protezione Civile di Foligno con l’assessore regionale, Antonio Bartolini, i sindaci dei Comuni umbri, la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Sabrina Boarelli, i rappresentanti delle Province di Perugia e Terni e il presidente di Anci Umbria, Francesco De Rebotti. «La sospensione dell’attività didattica, richiesta dalla Regione in accordo con l’Ufficio scolastico regionale e attuata dai Comuni, permetterà alle amministrazioni che ancora non hanno ultimato le ricognizioni di completarle e alle altre di agevolare le istituzioni scolastiche nell’aggiornamento dei piani di sicurezza e nel coordinamento delle azioni per la gestione». La decisione è motivata dal fatto che «si avrà così la possibilità di verificare i piani di sicurezza e di completare la residua attività di controllo degli edifici in modo capillare, cosa che in molti comuni è già avvenuta con esito positivo nella stragrande maggioranza dei casi. Si tratta solo di una ulteriore misura precauzionale introdotta dalla Regione, oltre quelle ampiamente adottate dai sindaci del territorio».

Chiusura o sospensione? Il Cobas ritiene, però, «grave la confusione che è stata fatta sulla questione a discapito del personale Ata. Da una parte nella delibera della presidente Marini si parla di chiusura delle scuole e questo significa che, saggiamente, si è deciso di tutelare tutti i soggetti che vivono e fanno la scuola pubblica: studenti, docenti e Ata. Poi si apprende a tarda ora che non si tratterebbe di chiusura delle scuole, ma di interruzione dell’attività didattica, decisione che sarebbe stata presa dall’assessore regionale Antonio Bartoli, nonché dalla dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Sabrina Boarelli».

La sicurezza Con l’interruzione dell’attività didattica, «nelle scuole dovrebbero rimanere gli Ata, il personale amministrativo, quello tecnico e i collaboratori scolastici, considerati come paria e senza alcuna tutela. Ancora una volta non viene tutelata la sicurezza del personale Ata che nella pessima scuola/azienda della riforma da Renzi-Giannini subisce tagli pesantissimi, un aumento inaccettabile delle mansioni e spesso non viene neanche sostituito in caso di malattia o assenza».

Le richieste Il Cobas denuncia «sia la totale confusione, visto che da una parte si pubblica la delibera di chiusura della presidente Marini e dall’altra si parla di interruzione delle attività didattiche, sia la grave discriminazione verso il personale Ata. Se dovesse succedere qualcosa a questi lavoratori la responsabilità sarebbe chiara». Il Cobas chiede «la chiusura delle scuole sino a quando non sarà sicuro l’accesso da parte di tutti: studenti, docenti, collaboratori scolastici, personale tecnico e amministrativo. Senza discriminazioni e con le piene tutele per tutti, personale Ata compreso».

«A Ferentillo scuola aperta» Il Cobas, inoltre, fa sapere che «da una circolare si dispone per il 3 novembre 2016 l’apertura del plesso di Ferentillo dell’IC Fanciulli, assumendosi una grave responsabilità rispetto alla sicurezza degli studenti e dei lavoratori della scuola». Il Cobas ha quindi presentato «un atto formale di diffida ad aprire il plesso di Ferentillo dell’IC Fanciulli prima del 7 novembre 2016. In caso di inottemperanza ci riserviamo di adire alle vie legali».

La risposta del dirigente scolastico Il professor Fabrizio Canolla, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo ‘Fanciulli’, fa presente che «il sindaco di Ferentillo non ha dato seguito all’indicazione della presidente della Regione Umbria di tenere chiusi i plessi scolastici, in quanto ha riferito che non si trattava di una vera e propria ordinanza, ma di una indicazione. Il sottoscritto è in possesso delle schede di agibilità dei plessi scolastici di Ferentillo e dei piani di evacuazione, plesso per plesso. In base al Dlgs 112/98 e L.3/2001, la competenza di chiusura della scuola è appannaggio del sindaco del Comune di riferimento». Il dirigente scolastico, «in relazione ad una mancata ordinanza di chiusura dei plessi scolastici o di sospensione delle attività didattiche, non ha facoltà di chiudere la scuola. Il sottoscritto ha conferito telefonicamente in data odierna con l’Usr Umbria e ha ricevuto rassicurazioni sulla correttezza del proprio operato. Si invita quindi a non strumentalizzare tale fatto, perché il sottoscritto, essendo in regola con tutti gli adempimenti di legge, adirà le vie legali contro chiunque cercherà di screditare il suo operato e l’immagine della scuola».

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