Terni, ‘Semi di pace’: «Dialogo possibile»

XVIII edizione del progetto al ‘Leonino’: confronto sul conflitto tra Israele e Palestina con Eshtaya e Buksbaum

Condividi questo articolo su

di S.F.

Semi di pace LIgabue 56«Le persone che credono devono cercare a costruire pace interno a sé. E su questo si basa il senso dell’iniziativa». Con queste parole Giuliano Ligabue, preside dell’istituto ‘Leonino’, ha aperto la XVIII edizione di ‘Semi di pace’, progetto promosso da Confronti che ha come obiettivo quello di dare voce a israeliani e palestinesi in merito al dialogo interreligioso. E per farlo sono giunte a Terni la palestinese Ikhlas S.M. Eshtaya e l’israeliana Tova Buksbaum, dell’organizzazione ‘The Parents Circle Families Forum’.

La paura Al ‘Leonino’ presenti circa – nell’aula magna ‘Moretti’ anche una classe del liceo statale ‘Donatelli’ – cinquanta studenti. Unico pensiero per le due ospiti, la possibilità di dialogo tra Israele e Palestina: «Il problema – ha esordito Eshtaya – riguarda i giovani di entrambe le popolazioni: agiscono per paura e questo porta a maggior violenza».

Semi di pace israele palestinaLe speranze anche sono in comune: «Ci sono due soluzione per il futuro. La prima è che possiamo avere un solo Stato ed essere amichevoli, per avere in questo modo pace; la seconda è averne due, ma che ognuno sia cooperativo con l’altro e che si viva – ha concluso Eshtaya – in maniera pacifica, senza violenza». La Burksbaum ha ricordato che il «confronto è molto lontano – si è rivolta agli studenti  – da voi, ma per quel che ci riguarda è vita di tutti i giorni».

GUARDA L’INTERVISTA A IKHLAS S.M. ESHTAYA, VIDEO

studenti semi di paceI progetti The Parents Circle Families Forum’, organizzazione nata nel 1995 – gestita da manager israeliani e palestinesi, fondata da Yitzhak Frankenthal – per sostenere la pace tra i due popoli. Si può farne parte (600 i membri al momento) solamente in caso di perdita di familiari nel conflitto e per questo la Burksbaum ha sottolineato che «speriamo di non avere ulteriori ingressi perché vorrebbe dire che qualcuno ci ha rimesso la vita; stiamo portando avanti diversi progetti per educare alla pace e uno di questi è proprio quello di andare nelle scuole e parlare ai più giovani». Burksbaum – accompagnata dal marito – vive a nord di Israele, mentre Eshtaya è della zona – Cisgiordania – di Nablus ed è non vedente.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli