Terni, sentenza Daku: condanne per 110 anni

Primo giudizio per la memorabile operazione con cui la squadra Mobile, fra il 2011 e il 2012, aveva arrestato 33 persone e sequestrato oltre 750 chili di droga

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Una delle indagini ‘memorabili’ della sezione antidroga della squadra Mobile di Terni, emersa nel novembre del 2012 con ben 19 arresti eseguiti nella sola città di Terni, per un totale di 33 persone finite in carcere fra il 2011 e il 2012. Ribattezzata ‘Daku’, l’operazione, oltre a portare al sequestro di oltre 750 chilogrammi di di marijuana e 5 di cocaina, aveva consentito di sgominare un consistente traffico di stupefacenti fra l’Albania e l’Italia, culminato in un vorticoso giro di spaccio ramificato anche all’interno di locali, palestre e ambienti ‘bene’ di Terni.

La sentenza Martedì mattina quindici di quegli arrestati – dodici di nazionalità albanese, due italiani originari della Campania ed un rumeno, al netto di altri che hanno optato per riti alternativi – sono stati giudicati con le modalità del giudizio immediato dal tribunale di Terni in composizione collegiale (presidente Massimo Zanetti, giudici Federico Bona Galvagno e Marco Di Tullio). Accolte in larga parte le richieste formulate in aula dal pm Marco Stramaglia che ha ‘ereditato’ il fascicolo dalla collega Elisabetta Massini, ora giudice a Viterbo.

110 anni di carcere In totale gli anni di reclusione sanciti dal tribunale sono 110, per un ammontare di 627 mila euro di multe. Quattordici le condanne ed una sola – relativa ad un cittadino albanese – l’assoluzione. Le pene più pesanti sono per due albanesi di 32 anni, condannati a quindici anni di reclusione e 110 mila euro di multa ciascuno, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Le altre condanne vanno da otto mesi a dieci anni. Due di queste riguardano altrettanti italiani originari della Campania, di 48 e 35 anni. Il primo dovrà scontare nove anni di reclusione, cinque il secondo.

L’inizio Tutto era partito dall’arresto, nel maggio del 2011, di un piccolo imprenditore trovato in possesso di 50 grammi di cocaina. Dopo aver individuato il pusher, il napoletano 35enne condannato martedì, al tempo ben inserito a Terni, gli agenti erano riusciti a risalire agli altri fornitori, giungendo fino in Albania, nel distretto di Gjrokaster. Da qui la droga veniva trasportata in Italia attraverso la frontiera di Bari, nascosta all’interno di pneumatici di tir o su grossi gommoni che sbarcavano lo stupefacente sulle coste pugliesi.

Appello Per i condannati, appello in vista: fra i legali difensori figurano, tra gli altri, gli avvocati Daniela Paccoi, Francesco Mattiangeli, Massimo Proietti e Marco Francescangeli.

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