Terni, servizi educativi: «‘Strani’ risparmi»

Dopo il presidio al Trebisonda di genitori e CoSec è l’Usb ad attaccare di nuovo: «Giù occupazione e qualità. Servizi di serie A e B»

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dell’Unione sindacale di base Terni

È decisamente uno strano modo di risparmiare quello scelto dal Comune di Terni: basta esporre i fatti, le conclusioni verranno da sole. La scuola dell’infanzia di Campitello è chiusa, l’insegnante e la cuoca sono state dichiarate “perdenti posto d’ufficio” e, per gentile concessione, hanno potuto scegliere la nuova sede lavorativa.

La sede del nido Cucciolo di proprietà comunale, diventata inagibile improvvisamente dopo 30 anni di onorata carriera, nel corso dell’estate si è miracolosamente sistemata da sola, il nido non viene spostato nella sede della scuola, di permute con l’Ater neanche l’ombra e l’affitto di oltre 20 mila euro annui sarà pagato per tenere vuoti i locali. Nel frattempo 1 unità di personale ausiliario della cooperazione sociale che lavorava nella scuola dell’infanzia è “scomparsa”, così come è stata lasciata a casa l’unità della cooperativa, prima assegnata al nido in cui è stata trasferita la cuoca comunale, quindi con la perdita di due posti di lavoro.

La scuola dell’Infanzia Grillo Parlante sta per essere “terminata”, nonostante ci fossero iscrizioni sufficienti per formare due classi complete, frequenteranno solo bambini di 5 e 4 anni: a questi ultimi non viene riconosciuto il diritto a completare il ciclo scolastico, saranno costretti a cambiare scuola, insegnanti e compagni appena un anno prima di cominciare la scuola primaria.

Visto il numero ridotto di bambini ammessi, sarà anche qui “soppresso” parte del personale ausiliario della cooperazione sociale, con l’ulteriore abbassamento dei livelli occupazionali. La scuola dell’infanzia ‘Borgo Trebisonda’ è (a quanto affermano assessori e sindaco) “in odore di statizzazione”, ma il processo non è stato ancora avviato e ormai, che si tratta di una procedura lunga, complessa e dall’esito incerto, lo sanno anche i sassi, ma non lo sa il sindaco, che ritiene di poter “scambiare” la scuola di Maratta con ‘Borgo Trebisonda’ come si faceva con le figurine dei calciatori durante la ricreazione.

Posto anche che la statizzazione vada a buon fine rapidamente, non si comprende (o meglio, si spiega con la volontà di favorire i privati paritari della zona) la necessità di non accogliere le nuove iscrizioni e mantenere così per l’a.s. 2016-2017 le due classi complete, perché nel momento in cui la scuola fosse diventata statale, così come già accaduto per la scuola Il Piccolo Principe, i bambini avrebbero mantenuto almeno l’ambiente e i compagni, pur cambiando le insegnanti.

Inoltre per la ‘Borgo Trebisonda’, attraverso una determinazione dirigenziale (che applica la delibera di giunta 213 e che, tra l’altro, necessiterebbe di numerosi chiarimenti), viene individuata come perdente posto una delle 4 insegnanti, la quale viene spostata in uno dei Centri per Bambini e Bambine, poi, per la presenza di 2 bambini disabili, saranno assunte 2 insegnanti di sostegno part time, con costi di poco, ma comunque superiori, a quelli di una unità full time: perché non affidare il compito di sostegno a una delle 4 insegnanti assegnate alla scuola, come peraltro le insegnanti avevano proposto? A questo punto non si può non sospettare che non si tratta solo di ricerca di risparmi, ma di una precisa volontà di estromettere gradualmente (quest’anno 1 unità, l’anno prossimo le restanti 6) il personale educativo della cooperazione sociale che lavora a La casa di Alice e a Pollicino.

Ricordiamo bene gli impegni assunti pubblicamente dal sindaco in più occasioni, ultima quella dell’incontro del 2 agosto, rispetto al mantenimento dei livelli occupazionali: ancora una volta i fatti smentiscono le parole. A chi potrebbe obiettare che «a pensar male si fa peccato», facciamo notare che, quanto appena esposto è confermato dalla situazione che si sta determinando alla scuola dell’infanzia comunale Aula Verde, scuola con il Guinness dei primati nei traslochi: il quinto quest’anno, come se traslocare una scuola particolare come questa, con tutte le attrezzature speciali dei laboratori ambientali, non costasse nulla.

Inoltre all’Aula Verde il numero dei bambini previsti scese l’anno scorso da 30 a 24, per permettere la “convivenza” con la scuola Montessori; come detto la scuola è di nuovo in fase di trasloco, presso l’edificio di via XX Settembre, dove gli spazi permetterebbero il ritorno ai 30 iscritti, anzi si potrebbe arrivare a una sezione e mezza (37 bambini: le domande di iscrizione erano perfino di più): perché l’insegnante tolta l’anno scorso dall’Aula Verde per la diminuzione forzata dei bambini e spostata a ‘Borgo Trebisonda’ non è stata di nuovo assegnata all’Aula Verde, permettendo così l’ingresso dei bambini che erano stati iscritti?

Un altro aspetto, solo apparentemente trascurabile, permette di evidenziare lo strano modo di risparmiare adottato dall’amministrazione comunale: nelle scuole comunali l’insegnamento della religione cattolica viene svolto solo in parte dalle insegnanti comunali, perché è necessaria una particolare abilitazione. Con l’assegnazione a un altro tipo di servizio dell’insegnante perdente posto di ‘Borgo Trebisonda’ (unica abilitata all’insegnamento in questione in quella scuola) , sarà necessario incrementare le ore all’insegnante nominata dalla Curia, con un ulteriore aggravio di spesa.

Nel frattempo, mentre politici e dirigenti continuano a sbandierare un potenziamento dei servizi 0-3 che sempre più appare essere solo uno specchietto per le allodole, mentre gli stessi fanno un gran parlare della “prospettiva 0 – 6”, di servizi in continuità educativa e di nido che deve essere considerato “scuola” a tutti gli effetti, per la prima volta dopo tanti anni, il personale dei nidi d’infanzia perde il “diritto” a seguire il calendario scolastico regionale e, di fatto, riceve un trattamento diverso dal personale educativo che lavora nei servizi per bambini della stessa fascia di età, cioè i centri per bambini e bambine.

Non è stata ancora, dalla dirigente dei Sec, fornita una risposta alla richiesta di chiarimenti inviata il 1° settembre, ma siamo portati a credere che, se il mancato inserimento della festività del 2 novembre per i nidi d’infanzia fosse stato solo un mero errore materiale, sarebbe già stato corretto. Ci sono, evidentemente per la prima infanzia, servizi che l’amministrazione comunale di Terni considera di serie A e altri che considera di serie B, e il calendario, invece che in base alla tipologia del servizio e a quanto stabilito dalla Regione, si sceglie di differenziarlo in base al profilo professionale di chi lavora nei servizi. Questi sono i fatti.

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