Terni: «Siamo agenti immobiliari» ma in realtà rubano in casa. Vittima è un’anziana

Il fatto è accaduto nei giorni scorsi nella zona di Villaggio Matteotti. Protagoniste due donne dai modi affabili ed un complice

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Si sono presentate come agenti immobiliari, puntando sui loro modi affabili e l’aspetto curato. In realtà erano solo due ladre che, con la complicità di un terzo soggetto – colui che avrebbe materialmente asportato denaro e gioielli – hanno ‘colpito’ nell’abitazione di un’anziana residente nella zona di Villaggio Matteotti. Il fatto, accaduto lo scorso weekend, è riportato da ‘Il Corriere dell’Umbria‘.

Secondo quanto ricostruito, le due hanno suonato al campanello della donna, chiedendo di poter parlare con lei e visionare l’abitazione nell’ottica di una possibile futura vendita dell’immobile. L’anziana le ha fatte accomodare in sala e una delle due donne, ad un certo punto, avrebbe chiesto un bicchiere d’acqua. Classico escamotage per far distrarre la vittima e consentire – questa l’ipotesi – ad una delle due finte agenti immobiliari, di far entrare in casa il ladro-complice. Quest’ultimo avrebbe avuto tutto il tempo necessario per rovistare e frugare nella stanza da letto della vittima, portandosi via le cose di valore, per poi uscire di casa. Completato il ‘colpo’, le due donne hanno salutato, ringraziato e se ne sono andate. Di lì a poco l’anziana si è resa conto dell’accaduto e ha chiamato le forze dell’ordine.

Si tratta purtroppo di uno schema noto, contrastato dalle forze di polizia che chiedono a tutti la massima attenzione e – soprattutto – di diffidare di chi suona al campanello di casa e chiede di poter accedere. Nel mirino ci finiscono spesso persone indifese, sole e anziane, ma non solo. Perché la scaltrezza di ladri e truffatori è tale da realizzare vere e proprie ‘messe in scena’, tanto credibili quanto dannose per le persone colpite. Come le ormai note telefonate da parte di finti carabinieri che comunicano un incidente stradale occorso ad un proprio caro e chiedono soldi e gioielli, a stretto giro, per tirarlo fuori dai ‘guai’.

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