Terni, Staminali: Sanguinetti presidente

Il Cda ha preferito il rappresentante della Fondazione Carit al menbro designato dall’Istituto superiore di sanità

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Alessandro Sanguinetti è il nuovo presidente della ‘Fondazione cellule staminali’ di Terni. Il medico, che ricopriva il ruolo di vice presidente fino ad un paio di settimane fa, succede ad Enrico Garaci, il cui mandato era scaduto.

Enrico Garaci

Enrico Garaci

L’ex presidente Garaci, però, quando aveva parlato con umbriaOn, aveva detto – e forse era stato frainteso – che «il mio mandato è in scadenza e dal 15 giugno lascerò l’incarico. Il mio successore proverrà dall’Istituto superiore di sanità, ma purtroppo non sono autorizzato a rivelarvelo». Tanto che qualcuno aveva, forse, fatto confusione: indicando Maurizio Pocchiari, che in effetti è entrato nel nuovo Cda della Fondazione – nel quale siedono anche monsignor Vincenzo Paglia e il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo – come presidente in pectore.

 

Maurizio Pocchiari

Maurizio Pocchiari

L’elezione Invece la poltrona di presidente è andata ad Alessandro Sanguinetti – Pocchiari sarà il vice – che raggiunto telefonicamente da umbriaOn si dice «lusingato per essere stato scelto e posso assicurare il massimo dell’impegno per fare bene, almeno quanto il mio predecessore». Sull’interpretazione che si deve dare alla sua elezione, Sanguinetti non ha dubbi: «Non farei dietrologie e non userei il bilancino, perché non c’è nessuna volontà di ridimensionare il proprio impegno da parte del Ministero della salute e mi sembrerebbe anche una forzatura impostare il tutto su una presunta maggiore pressione sulla Fondazione Carit (di cui Sanguinetti è espressione; ndr). Il Ministero è uno dei componenti ‘forti’ della Fondazione cellule staminali’ e, non a caso, ha scelto un rappresentante di grande valore come il professor Pocchiari per il Cda che, però, ha la facoltà di scegliere il presidente al proprio interno. Cosa che è avvenuta».

Angelo Vescovi

Angelo Vescovi

Il futuro Per il neo presidente della ‘Fondazione cellule staminali’ ci sono subito diversi problemi con cui confrontarsi. Il primo è quello dei ‘malumori’ manifestati dal professor Angelo Vescovi: «Più che malumori – dice Sanguinetti – io li chiamerei autentici propositi bellicosi, ma in senso positivo. Voi stessi di umbriaOn avete riportato le sue affermazioni, secondo le quali vuole a tutti i costi che il centro ternano veda la luce ed io lo considero uno stimolo eccezionale per svolgere al meglio il mio nuovo incarico. Il centro ternano – dice Sanguinetti – non può e non deve restare sulla carta, perché il lavoro che il professor Vescovi ha iniziato qui, deve essere portato a compimento».

La possibile sede della Fondazione cellule staminali

La possibile sede della Fondazione cellule staminali

La sede E quando si dice ‘qui’ è inevitabile che  si pensi a quello stabile, oggetto di infinite polemiche, e che dovrebbe esserne la sede: «Io sono ottimista – dice il neo presidente della Fondazione – perché ritengo che si possa giungere, e le informazioni in mio possesso indicano questa possibilità, ad un accordo tra l’Ater e l’Azienda ospedaliera. Le parti in causa sono consapevoli di quale valenza potrebbe avere il centro di ricerca per la città (magari se ne prendesse atto anche l’università non sarebbe male, visto che il rettore Moriconi si sarebbe detto molto contento dell’elezione di Sanguinetti; ndr) e proprio per questo credo si possa e si debba essere ottimisti».

I fondi Ovvio che per far funzionare il tutto, poi, ci vorrà un progetto mirato e una dotazione di fondi adeguata: «Quella dei fondi – dice Sanguinetti – è una questione molto delicata, perché sono state fatte circolare delle cifre che non stavano né in cielo e né in terra. Ho letto di undici milioni, di cinque milioni e, insomma, di milioni come se fossero noccioline. Mentre la Fondazione ha sempre lavorato, e continuerà a farlo, con dotazioni economiche molto meno clamorose, ma ottimizzando le risorse con l’unico scopo di favorire la ricerca. E questo continuerà a fare, glielo posso garantire».

 

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