Terni, Ugo La Malfa: figura da ‘attualizzare’

A 40 anni dalla scomparsa del politico Repubblicano, un comitato organizza eventi come quello del 25 giugno a palazzo Mazzancolli

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Valorizzare la figura di Ugo La Malfa a 40 anni dalla sua scomparsa, cogliendone gli elementi di attualità – ovviamente da ‘aggiornare’ – cercando di trasmetterli all’opinione pubblica per ciò che il politico Repubblicano – fra le massime figure italiane del dopoguerra – ha rappresentato anche per l’Umbria e Terni. Questo l’obiettivo del comitato umbro-sabino ‘Ugo La Malfa, 40 anni dopo’ che ha organizzato e sta organizzando una serie di iniziative ad-hoc. Dopo quella dello scorso 12 aprile a Rieti – con la presenza dello storico Paolo Soddu, autore del libro ‘Ugo La Malfa: il riformista moderno’ – la prossima si terrà a Terni, il 25 giugno dalle ore 17 presso l’Archivio di Stato (palazzo Mazzancolli).

Gli eventi

Titolo dell’incontro, sostenuto anche dall’associazione Mazzinana Italiana e dall’associazione Garibaldina ‘Pietro Faustini’ Terni, è ‘L’eredità politico di Ugo La Malfa, 40 anni dopo’. Coordinato da Andrea Giardi, presidente dell’AMI Terni, l’evento prevede gli interventi di Stefano Bufi (coordinatore del comitato organizzatore), Sergio Bellezza (presidente associazione Garibaldina ‘Faustini’ Terni), del segretario confederale Uil Domenico Proietti e di Maurizio Viroli, professore emerito alla Princeton University. In vista, anche un altro evento per il prossimo autunno, incentrato sul ruolo che Ugo La Malfa ha avuto per l’Umbria ed in particolare Terni, in un ‘epoca – gli anni ’50 – in cui si era occupato direttamente della nazionalizzazione dell’energia elettrica e delle partecipazioni statali che hanno poi segnato un periodo d’oro anche per Terni ed il suo territorio.

Una figura da ‘attualizzare’

«Perché ricordare Ugo La Malfa? Per varie ragioni. La prima – afferma Stefano Bufi – è la sua concezione della politica come servizio alla comunità e non come esercizio del potere. La Malfa riteneva che i partiti non fossero altro che strumento per affermare la propria idea di società. In lui c’era, forte, anche il senso della necessità di aprirsi all’Europa, quando questa veniva vista ancora come un veicolo di modernità. La Malfa era poi un economista rigoroso ma che aveva una concezione dello sviluppo, che potremmo definire ‘controllato’, ben lontana da qualsiasi forma di assistenzialismo. Ciononostante per lui il benessere di una nazione si misurava soprattutto dalle condizioni di vita dei meno abbienti. Tanti elementi che ci spingono a dire che un La Malfa’ aggiornato’, nel panorama politico di oggi, sarebbe un bene per l’Umbria ed anche per Terni».

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