Terni: «Una Consulta che nessuno consulta»

Maria Hotico: «Da quando sono presidente, né sindaco né vicesindaco si sono confrontanti con me per gli immigrati. Devo dedurre che forse c’è qualche problema»

Condividi questo articolo su

di Fra.Tor.

Ascoltando le sue parole non può che venirti in mente una nota canzone di Vasco Rossi, ‘Siamo soli’. Giovedì mattina, la presidente della Consulta comunale per l’integrazione, Maria Hotico, in una conferenza stampa è tornata a richiamare l’attenzione del Comune di Terni. «L’esperienza degli immigrati membri della Consulta dovrebbe essere presa in considerazione più seriamente, perché è necessaria per un’integrazione vera. Ma questo ancora non accade».

Integrazione «Spesso siamo stati accusati di aver fatto poche cose. Magari è anche vero, ma quelle che abbiamo fatto sono importanti, come l’apertura della sede al pianto terra di palazzo Spada, per ricevere la popolazione immigrata due ore al giorno dal lunedì al venerdì o l’organizzazione della giornata della memoria delle stragi dei migranti».

«Siamo soli» Essendo un organo del Comune, sottolinea Maria Hotico, «ci saremmo aspettati un accordo di coordinazione perché da soli non andiamo da nessuna parte. Sei mesi fa sono stata eletta presidente della Consulta e in tutti questi mesi ho provato e riprovato ad ottenere un incontro con il sindaco Di Girolamo o il vicesindaco, con delega mirata, Francesca Malafoglia, ma senza nessun risultato. Mi aspettavo un confronto e uno scambio di opinioni per lavorare al meglio e il fatto che non sia stata ricevuta non è per niente positivo. Forse c’è qualche problema? Se così fosse dovrebbero, gentilmente, spiegarmelo».

Gli obiettivi Il lavoro della consulta comunale per l’integrazione comunque va avanti. «Abbiamo degli obiettivi prefissati e vogliamo portarli a compimento, come aprire una discussione costruttiva con le altre Consulte del territorio umbro, per confrontarsi sui vari problemi e discutere con le varie comunità di stranieri presenti a Terni. Inoltre, firmare un protocollo d’intesa con Anci Umbria e le associazioni del territorio per progetti riguardanti i cittadini stranieri non comunitari. Una sorta di cabina di regia per una progettazione comune».

Arci Hotico, infine, è tornata a parlare del rapporto della Consulta con l’Arci: «Non ci sono rapporti. Abbiamo chiesto più volte di confrontarci sui progetti, ma anche da loro non abbiamo mai ricevuto risposta. Siamo sempre stati evitati. A questo punto mi viene da dire che il problema non è nostro».

I rifugiati Alla conferenza stampa era presente anche Ismael Ali Mouktar, rappresentante della Consulta per l’immigrazione del Comune di Perugia. «Non siamo assolutamente soddisfatti della gestione dei rifugiati e dei richiedenti asilo da parte delle associazioni e cooperative umbre. Chi si deve occupare dei rifugiati spesso non è ben formato o istruito sul lavoro che andrà a svolgere e riceviamo sempre più segnalazioni di maltrattamenti verbali. Inoltre, quando un rifugiato esce dal programma di accoglienza viene lasciato solo a se stesso. Non c’è un vero e proprio piano di integrazione e a questo punto mi viene da dire che tutto il lavoro svolto fino a quel momento diventa praticamente inutile».

Associazione ‘Sin Fronteras’ Un appello, durante la conferenza stampa, è stato lanciato anche da Edwin Manuel Cocalon Ramos, presidente dell’associazione ‘Sin Fronteras’. «Siamo sempre stati esclusi da tutte le progettualità del Comune. Chiediamo un cambiamento democratico e non mirato solo ad alcune associazioni, come ad esempio nel progetto Sprar, dove girano un sacco di soldi. Si parla tanto di integrazione, ma secondo noi questa non è la strada giusta. Integrazione vuol dire progettare tutti insieme e non solo tra pochi intimi».

 

 

 

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli