Terni, ‘Vette in vista’: ecco la nona edizione

L’evento è stato presentato martedì mattina. Quest’anno, dedicato a Roberto Iannilli, animerà i locali del Caos dal 2 al 5 febbraio

Condividi questo articolo su

di A.V.

Un uomo che aveva nel suo curriculum l’apertura di più di 100 vie sul Gran Sasso e molte altre in paesi extraeuropei. Questo era Roberto Iannilli, scrittore e alpinista recentemente scomparso, al quale quest’anno è dedicata la nona edizione di ‘Vette in vista’ che si aprirà il 2 febbraio, nella sala Dell’orologio del Caos. L’evento è stato presentato martedì mattina, nella sala Consiliare del Comune di Terni, da Rita Mirimao, presidente dell’associazione ‘Stefano Zavka’, Claudio Costantini, presidente del Cai di Terni e dalla vice sindaco Francesca Malafoglia.

Nona edizione Quest’anno la rassegna di cinema di montagna e di esplorazione si muoverà dentro e attraverso le parole e l’esperienza di Roberto Iannilli, l’alpinista scomparso a luglio, quando la parete nord del Camicia, nel Massiccio del Gran Sasso, divenne l’ultima spettatrice delle sue ‘incredibili imprese’. «Come sempre parleremo di monti e di montagne», dice entusiasta Mirimao. «Questo per noi è un grande traguardo perché siamo arrivati alla nona edizione e sicuramente ce ne sarà anche una decima. L’evento da cui è nata questa iniziativa, la morte di Stefano Zavka, è un evento triste, ma noi oltre che ricordare lui portiamo avanti quello che a lui piaceva, la sua passione, trasformando così il semplice ricordo in un qualcosa che prosegue nel tempo».

Gli appuntamenti «Il modello di quest’anno – continua la presidente – ripete quello degli altri anni, ma è ‘condito’ di nuovi eventi». Quest’anno, infatti, la rassegna si aprirà con la testimonianza di Gabriele Scorsolini, ragazzo non vedente pieno di vita. «Ha un gran carattere – aggiunge Mirimao – nonostante la sua disabilità ha imparato a suonare e a fare arrampicata e finalmente è arrivato a coronare il suo sogno arrivando a un passo dal Campo Base dell’Everest». Altro grande ospite di quest’anno, hanno tenuto a sottolineare, sarà Marco Confortola, grande nome dell’alpinismo italiano.’Vivere rincorrendo i sogni’ è il tema della serata che lo vedrà. A un breve filmato sulla salita che lo ha portato in vetta al Makalu, seguiranno i racconti di questo grande alpinista primo valtellinese che ha raggiunto la vetta dell’Everest. Dopo l’incidente sul K2 dove persero la vita 11 dei suoi compagni, fu costretto ad un bivacco notturno a 8.400 metri, e a seguito di un evidente congelamento, gli furono amputate tutte le dita dei piedi. 

La camminata Ma Vette in Vista non è solo film, racconti o mostre. Con gli accompagnatori della sezione del Cai di Terni si partirà insieme domenica mattina per un trekking che da Colle di Stroncone arriverà a San Simeone. Una camminata di tre ore per adulti e bambini. Come tutti gli anni ci sarà poi la proiezione e la premiazione dei primi tre classificati video di montagna partecipanti alla sesta edizione del concorso dedicato a Valentino Paparelli. Domenica, dopo il coro ‘Terra Majura’ della sezione Cai di Terni
e Fisorchestra Fancelli, ci saranno ‘I vagabondi della Valnerina’ che racconteranno il loro progetto di aiuto alle zone devastate dal sisma. La giornata si concluderà con un apericena, i cui ricavi andranno ai terremotati (il programma completo).

LA DEDICA A IANNILLI E GLI EVENTI – VIDEO 

Il ricordo «A Roberto – dice Costantiniti – abbiamo voluto dedicare anche le locandine. Le mani che vi sono stampate sono le sue. Abbiamo voluto dare un significato a queste mani perché sono, come diceva lo stesso Roberto, gli attrezzi per la scalata. Sono nodose, callose e con le unghie corte, ma gli hanno permesso di arrivare in vette moltissime volte. Per questo le abbiamo scelte, perché diventano simbolo e rappresentano il senso dell’attività, rappresentano ciò che l’alpinismo è».

«Grazie» A prendere la parola Malafoglia che ha continuato spiegando come le mani rappresentino l’impegno. «Ci dicono che non dobbiamo prendere delle scorciatoie come si fa spesso ai nostri tempi, ma bisogna impegnarsi. Divengono quindi una scelta di valore». Ha continuato con un sincero ringraziamento alla famiglia di Stefano per «la generosità, perché il ricordo è un atto di condivisione, ma non è una cosa scontata». 

Contemporaneità «Ringrazio – continua la vice sindaco – anche perché questa diventa un’occasione per capire come si gestiscono le emozioni, soprattutto in un momento in cui il sisma ha sconvolto il centro Italia e la nostra regione. Si partecipa alle raccolte e poi le luci si spengono e il sentimento non sopraggiunge. Grazie invece all’atteggiamento responsabile con cui questi alpinisti vengono ricordati, riusciremo a trasmettere un modo diverso di stare nel territorio e avere più sensibilità. È un atteggiamento attento, non distratto, che mostra come si deve stare nei luoghi in cui si abita e come bisogna affrontare quel territorio. in questo modo il ricordo diventa contemporaneità».  

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli