Terni: «Via dalla città» ma il Tar annulla tutto

Pregiudicato e trovato con la droga, era stato allontanato dal questore per tre anni. Il tribunale: «Deve assistere il padre malato»

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Nell’ottobre del 2016 era stato cacciato da Terni con provvedimento del questore – foglio di via obbligatorio per il comune di Roma valido per tre anni – perché, in città senza un motivo plausibile e già gravato da precedenti penali e di polizia, era stato trovato in possesso di droga dagli agenti della polizia di Stato. A distanza di un anno da quel provvedimento, confermato anche dalla prefettura di Terni che aveva rigettato il ricorso presentato dall’uomo – un cittadino rumeno – il Tar dell’Umbria lo ha ‘riammesso’ definitivamente in città, annullando il foglio di via e consentendogli così di poter fare ritorno.

Il motivo Il ricorso presentato dallo straniero, attraverso l’avvocato Cristina Lovise, era basato anche e soprattutto sulla necessità di prestare assistenza al padre «gravemente malato e ricoverato a Terni dal 9 al 20 ottobre 2015 a seguito di intervento chirurgico – si legge nella sentenza – si da far quantomeno presumere la veridicità delle invocate esigenze di assistenza, le quali devono necessariamente essere esaminate dall’amministrazione, compiendo le opportune verifiche e rinnovando l’attività istruttoria al fine di escluderne la sola finalità elusiva». Una posizione che il ministero dell’Interno aveva contrastato, sostenendo come «i legami familiari e la malattia del padre sarebbero invocati in via puramente strumentale, non avendo peraltro il ricorrente alcuna attività lavorativa o altri interessi che possano giustificare una sua permanenza lecita a Terni».

La sospensiva In precedenza, era lo scorso giugno, il cittadino rumeno si era già visto concedere dal Tar dell’Umbria la ‘sospensiva’ del foglio di via obbligatorio, «in considerazione della prospettata necessità familiare di assistenza al padre avente la residenza nel comune di Terni ed al limitato fine del doveroso rinnovo del procedimento alla luce delle documentate esigenze di assistenza e tutela della unità familiare, quale diritto fondamentale della persona tutelato anche dalla stessa Convenzione europea dei diritti dell’uomo».

La decisione Nel merito, il Tar dell’Umbria – dando ragione al cittadino inizialmente allontanato da Terni – sostiene che «il foglio di via obbligatorio, pur dando effettivamente atto dei numerosi precedenti di polizia a carico del ricorrente, molti dei quali concernenti la violazione della normativa in materia di stupefacenti, nonché dell’assenza di interessi lavorativi o di studio presso il comune di Terni, mostra il fianco alle dedotte doglianze di eccesso di potere per difetto di istruttoria e violazione della Convenzione Edu, quale diritto fondamentale della persona alla tutela dell’unità familiare. L’autorità di pubblica sicurezza non ha valutato la particolare situazione familiare e di salute del padre del ricorrente nemmeno in seguito a quanto disposto dall’adito tribunale in sede cautelare».

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