di E.M.
All’inizio tutti ti aiutano, poi ti dimenticano. È quanto dicono tanti residenti delle zone terremotate che si aspettavano di poter tornare in Valnerina in un container entro Natale, come era stato annunciato inizialmente. Secondo altri, invece, l’aiuto non è mai arrivato e dopo più di un mese dal sisma si sentono dimenticati.
Simone Capitani
Lo sfogo Simone è perugino ma si è trasferito a Norcia con la moglie molti anni fa. Dopo il primo sisma del 24 agosto ha deciso di tornare a vivere a Perugia perché «la paura era troppa», soprattutto per i bambini. Non voleva che continuassero ad andare a scuola Norcia in una scuola che, a detta sua, «non era sicura». Lui può lavorare da casa mentre la moglie, che aveva un centro estetico, per ora rimane ferma. In questi mesi non è riuscito ad avere notizie della sua casa – nemmeno se è agibile o meno – e la sua rabbia non fa che aumentare. «Ad avere questo problema sono in tanti, non sappiamo ancora nulla – racconta – mando una pec al giorno con la richiesta di sopralluogo al comune di Norcia da agosto e in tutti questi mesi nessuno ha visto casa mia».
IL RACCONTO DI SIMONE – L’INTERVISTA
«Ignorati» Simone rivendica il suo diritto, come cittadino di Norcia, di sapere se la sua casa è agibile o meno. «Capisco il momento di emergenza – continua – ma i dipendenti comunali lavorano e sono regolarmente stipendiati, quindi dovrebbero almeno rispondere». L’unica alternativa sarebbe andare in Comune di persona ma dato che «nessuno del Coc (centro operativo comunale, ndr) risponde mai al telefono» rischierebbe di fare un viaggio a vuoto. «Continuerò ad agire fino a quando gli organi competenti prenderanno in esame la mia situazione, ma se questo non succederà provvederò a fare denunce».
