Terremoto, a Terni chiuso il ‘Macondo’

Problemi ad alcuni fondelli: la Usl Umbria 2 decide per la chiusura temporanea del centro diurno. Gli ospiti trasferiti in altre strutture

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Le verifiche dei giorni scorsi, da parte dei vigili del fuoco, avevano evidenziato criticità ma non tali da portare allo sgombero della struttura. Un quadro cambiato dopo il la scossa, magnitudo 6.5, registrata alle ore 7.41 di domenica 30 ottobre. Il centro diurno Macondo, gestito dall’Ati con capofila la coop Actl, è ufficialmente inagibile. La chiusura è stata disposta dalla Usl Umbria 2 giovedì mattina, a seguito del sopralluogo effettuato dai tecnici alla riapertura della struttura.

I problemi I problemi dell’immobile, la cui proprietaria è stata già avvertita e che sarebbero legati a precedenti ristrutturazioni, riguardano in particolare alcuni fondelli che si sarebbero staccati dalle colonne portanti. Una situazione andata peggiorando con il sopraggiungere di altre scosse di terremoto, tanto da richiedere ora nuove accurate verifiche e interventi di ripristino.

‘Trasloco’ forzato Il centro ospita in totale circa 25 persone, nei vari turni, fra operatori e utenti, in particolare persone e ragazzi con diverse problematiche di salute. Per tutte si rende ora necessario il ‘trasloco’ nelle altre strutture gestite dall’Ati a Terni, con modalità – e conseguenti fisiologici disagi per il personale e gli utenti -, in particolare Girasole, Agorà, Arcobaleno e Spazio Insieme. Sempre giovedì mattina il Comune ha emanato l’ordinanza di inagibilità della chiesa, sconsacrata, di Santa Maria degli Spiazzi, in piazza Dalmazia. Una decisione che fa seguito al sopralluogo effettuato martedì 1° novembre.

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