Terremoto: «Il Papa tornerà in Umbria»

L’annuncio di Catiuscia Marini dopo l’udienza straordinaria, giovedì: il Pontefice ha incontrato le popolazioni colpite dal sisma nel centro Italia

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Papa Francesco ha promesso una nuova visita in Umbria. L’annuncio è arrivato dalla presidente della Regione Catiuscia Marini, al termine dell’udienza di giovedì con le popolazione terremotate del centro Italia in Vaticano. «Il Pontefice mi ha detto che tornerà», ha detto la presidente all’Ansa.

terremoto udienza papaIl Papa Marini ha sottolineato che papa Francesco «ha dimostrato ancora una volta grande affetto e solidarietà alle persone e ai territori colpiti dal sisma. Importante il richiamo alla concretezza e al lavoro straordinario che ha fatto il Santo Padre. E molto significativo il passaggio in cui ha esortato a non puntare all’ottimismo, bensì alla speranza: occorre, infatti, restituire speranza e fiducia per la ricostruzione, sia quella materiale e concreta a cominciare dalle case, sia quella spirituale e quindi, della coesione sociale.

L'udienza del Papa

L’udienza del Papa

Le diocesi Dopo la visita che il Papa aveva fatto nelle zone terremotate dello scorso 4 ottobre, tante famiglie giovedì sono infatti arrivate in Vaticano da Norcia, San Pellegrino, Cascia. Un incontro dedicato «a quanti hanno perduto i loro cari, la casa, la sicurezza economica, a quanti sono sfollati dalla loro terra», spiega l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo. «Sono gesti che incoraggiano e danno speranza», ha affermato il vescovo di Ascoli, Giovanni d’Ercole, mentre il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi spiega che «la gente ha deciso di prender parte a questa iniziativa, divulgata in modo molto semplice, per mostrare sincera gratitudine al Santo Padre». «Questo segno – dichiara il vescovo di Fabriano Stefano Russo – rispecchia profondamente il nostro desiderio di sentirci ascoltati ed abbracciati». «Da questa esperienza – afferma Francesco Giovanni Brugnaro, arcivescovo di Camerino-San Séverine Marche – torneremo sicuramente rincuorati nella fede e nella speranza».

Don Lucio da Norcia  «Terremotati nel corpo ma non nell’anima». Così, don Luciano Avenati, parroco di Norcia, ha presentato al Papa le comunità delle diocesi di Umbria, Lazio e Marche che hanno subito i ripetuti terremoti che si sono susseguiti dal 24 agosto. «Non abbiamo più le case, ma abbiamo avuto molte riconciliazioni in questi mesi. E così ci siamo riscoperti una grande famiglia». «I cuori sono feriti – ha detto Papa Francesco – oggi ‘ricostruire i cuori’ che non è domani sarà meglio non è ottimismo non c’è posto per ottimismo qui, sì per la speranza ma non per l’ottimismo. L’ottimismo è un atteggiamento che non ha sostanza, oggi serve la speranza per ricostruire».

Le comunità colpite dal sisma

Le comunità colpite dal sisma

Il messaggio del Papa «Ho voluto prendere le vostre parole per farle mie perché nella vostra situazione il peggio che si può fare è fare un sermone. Meglio prendere quello che dice il vostro cuore, farlo proprio e riflettere con voi», ha detto il Papa in udienza. «Voi sapete che vi sono vicino, quando mi sono accorto di quello che era accaduto, quando quella mattina appena sveglio ho trovato un biglietto dove si parlava delle due scosse – racconta il pontefice – Due cose ho sentito: ci devo andare, e poi ho sentito dolore, molto. Con questo dolore sono andato a celebrare la messa». Bergoglio ha poi ringraziato le popolazioni colpite dal terremoto «per tutto quello che avete fatto per aiutarci a ricostruire i cuori, le case, il tessuto sociale e anche per ricostruire con il vostro esempio l’egoismo dei nostri cuori, di noi che non abbiamo avuto questa sofferenza».

Ricostruire E’ questa la parola più usata degli ultimi mesi. «Le ferite del cuore ci sono – ha continuato il pontefice – ma per ricostruire ci vogliono il cuore e le mani, le mani di tutti, quelle di Dio con cui artigiano ha fatto il mondo, le mani che guariscono. A me piace benedire le mani ai medici, perché servono per guarire, le mani dei vigili del fuoco». «Sono orgoglioso dei parroci che non hanno lasciato la casa, è bello avere pastori che quando vedono il lupo non fuggono» ricordando le parole del parroco che, poco prima, ha raccontato di come sono rimasti nei luoghi colpiti dal sisma per non ferire di più la nostra terra».

Testimonianze «Si fanno miracoli nel momento del dolore, ci sono state riconciliazioni, si lasciano da parte vecchie storie e ci ritroviamo insieme in un’altra situazione. Ritrovarsi con il bacio, con l’abbraccio, con l’aiuto, anche con il pianto. – ha proseguito Bergoglio – Piangere soli fa bene, è un’espressione davanti a noi stessi e a Dio, ma piangere insieme è meglio. Questi sono i pensieri che mi sono venuti quando ho letto e sentito queste testimonianze». Così il Papa ha voluto donare le sue parole di preghiera e di speranza alle comunità del centro Italia, accompagnate dalle diocesi di Rieti, Spoleto-Norcia e Ascoli Piceno e dai rispettivi vescovi. Presenti anche i sindaci dei comuni interessati, la presidente della Regione Catiuscia Marini, il commissario straordinario del governo per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto Vasco Errani e il capo del dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

All’udienza speciale ha partecipato anche una rappresentanza dei vigili del fuoco – presente il direttore regionale Raffaele Ruggiero – dell’Umbria, ancora al lavoro nelle zone di Norcia, Preci e Cascia con circa cento unità provenienti da altre province, oltre a quaranta vigili dell’Umbria dei comandi di Perugia e Terni: grande attività per mettere in sicurezza gli edifici e consentire la riapertura di alcune zone come quella del centro storico di Norcia.

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