Todi, falsi antenati: indagati sei ‘comunali’

Nove in tutto le persone coinvolte nell’indagine dell’Arma incentrata sull’agevolazione delle pratiche di cittadinanza a stranieri

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di Gaia Nicchi

Sono nove le persone coinvolte nell’operazione svolta dai carabinieri della compagnia di Todi, guidata dal maggiore Luigi Salvati Tanagro coadiuvato dal luogotenente Bartolomeo Aleo, relativa all’agevolazione di pratiche per la cittadinanza italiana a brasiliani facoltosi. Un giro di affari per circa 500 mila euro, per una novantina di pratiche agevolate, ora al vaglio degli inquirenti. Tra i richiedenti, anche un calciatore che ha militato, per un anno, in una squadra dilettantistica del Città di Castello. Accertato il coinvolgimento di sei dipendenti del Comune di Todi, indagati, a vario titolo, dalla procura di Spoleto per falso ideologico e materiale in atti pubblici e documenti informatici, istigazione alla corruzione e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

La misura interdittiva

Venerdì mattina, in una conferenza stampa presso il Comando provinciale di Perugia, sono stati forniti i dettagli dell’operazione. «Tra gli indagati – ha spiegato il luogotenente Aleo – figurano un ufficiale anagrafe, un messo comunale e due soggetti che gestivano un’agenzia di pratiche: tutti e quattro sono stati raggiunti da un provvedimento cautelare di interdizione per 12 mesi, a partire da venerdì 12 aprile, dall’attività amministrativa e sospensione dal lavoro. Altri due dipendenti del Comune hanno, successivamente, collaborato con le forze dell’ordine». Il principio su cui si basava la truffa, era il «diritto di sangue», per cui il richiedente cittadinanza risultava avere un antenato in Umbria.

Indagine ancora in corso

L’inchiesta non è chiusa, perché è stato accertato che «gli intermediari si siano appoggiati a dipendenti di altri comuni dell’Umbria». Tutto parte dalle procure di Terni e Nola: «Questa attività, condotta dal sostituto procuratore Gennaro Iannarone – ha proseguito il luogotenente Aleo – nasce da una costola di altre due delle procure di Nola e Terni, relative ad un cittadino brasiliano residente a Terni. Questo aveva il compito di avvicinare un ufficiale di stato civile e anagrafe dei Comuni in cui venivano richieste le cittadinanze. A Todi, le pratiche rilasciate sotto il coordinamento del brasiliano sono una cinquantina.

Il modus operandi

Una volta arrestato il brasiliano, il suo ruolo è stato assunto da una connazionale 46enne, supportata da un pensionato di Todi di 68 anni. «Le pratiche – hanno spiegato i carabinieri – venivano pagate dai 7 ai 10 mila euro. All’agenzia spettava il compito di organizzare il viaggio aereo, di trovare gli appartamenti in locazione dove venivano apposti i cognomi dei brasiliani, di chiamare l’ufficiale anagrafe che inviava, a cose fatte, il messo. Spesso quest’ultimo non faceva neppure gli accertamenti e in alcuni casi sono stati svolti in un bar di cui abbiamo ripresa video. Non sono stati accertati passaggi in denaro, ma solo regalie di vario genere».

L’agevolazione delle pratiche

«Solitamente, il disbrigo delle pratiche richiede tempi lunghi, per accertare che tutti i requisiti previsti per legge siano corretti anche perché, in caso di incongruenze, vengono inviate al ministero dell’Interno». Non era così per alcuni soggetti: nel giro di una decina di giorni gli incartamenti erano pronti e arrivava il certificato di residenza con cui, poi, il richiedente si recava in questura per il rilascio del passaporto comunitario». Il luogotenente Aleo ha tenuto a precisare che «all’interno dell’ufficio comunale ci sono state persone oneste, mentre alcune coinvolte hanno poi collaborato, come un messo comunale che dovrebbe essere in pensione e che, dopo un iniziale coinvolgimento, ha segnalato i fatti al dirigente. Lui è indagato, ma vista la collaborazione potrebbe configurarsi l’archiviazione. Meno gravi le posizioni di altri tre dipendenti indagati per falso (hanno rilasciato i certificati, ndR)».

 

Il Comune di Todi: «Amarezza, restiamo garantisti»

Così l’amministrazione comunale di Todi alla luce dell’indagine: «Prendiamo atto con amarezza dei provvedimenti che hanno coinvolto due dipendenti del Comune di Todi e che ci sono stati notificati nella mattinata di oggi, nella consapevolezza della massima fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine. In tal senso auspichiamo che le persone coinvolte, nel prosieguo delle indagini, riescano a dimostrare le ragioni della propria innocenza e della mancanza di colpevolezza. Continuiamo a credere fortemente nel principio costituzionale della presunzione di innocenza, nell’ottica della nostra impostazione garantista. L’amministrazione comunale, in ogni caso, per garantire la massima efficienza nello svolgimento delle indagini, aveva già assunto i provvedimenti relativi alla rotazione del personale e, dove è stato necessario, anche quelli di natura disciplinare. Spiace dover tornare a sottolineare l’atteggiamento di qualcuno che, nel mentre l’amministrazione si è trovata ad affrontare con energia e risolutezza la situazione che stava maturando, si è divertito a speculare sui provvedimenti assunti, quasi che fossero stati adottati senza il necessario approfondimento. Adesso – conclude la nota – non resterà che attendere la conclusione delle indagini, confidando nella loro celerità e nell’efficacia dell’azione della magistratura e degli inquirenti».

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