Torture ai gatti, al via nuovo processo

Perugia: dopo la prima assoluzione l’imputato – un giovane – sarà giudicato nuovamente per uccisione di animali

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Un’indagine lunga e complessa, durata diversi mesi, che nel 2015 portò all’arresto di un ragazzo che all’epoca aveva 21 anni e che a casa sua aveva un vero e proprio ‘laboratorio degli orrori’. Tutto cominciò con il rinvenimento di un cucciolo di gatto scuoiato ed appeso sul cancello di una scuola materna nella zona di San Sisto (Perugia). Una scena raccapricciante per insegnanti e bambini. Cominciò l’indagine dei carabinieri e, dopo aver raccolto numero testimonianze, i militari fecero irruzione in un locale abbandonato, occupato abusivamente, in cui furono trovati attrezzi per la tortura e l’uccisione di animali, con ancora le tracce di sangue delle povere bestiole. E addirittura vennero trovati dei teschi di gatto.

A giudizio

Il motivo di tali pratiche abominevoli non è ancora venuto a galla, ma intanto, dopo 4 anni dall’arresto e dopo un primo processo in cui è stato assolto dall’accusa di aver ucciso quel gatto, è cominciato un nuovo processo a carico del giovane dopo che il giudice rispedì gli atti alla procura sottolineando come gli elementi emersi fossero indicativi di una «laboriosa e persistente attività svolta nel tempo». Insomma, venivano sollecitate ulteriori contestazioni, che sono puntualmente arrivate. E mentre per il primo processo si arriverà a breve in Cassazione, ora comincia il secondo processo nel quale si sono nuovamente costituite parte civile diverse associazioni animaliste.

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