Sansepolcro, il caso della ‘scuola negata’ agli studenti umbri

Scontro politico con la Toscana. Genitori infuriati dopo la decisione dei presidi. Tomoli del Pierro: «Non possiamo cacciarli, ma è un modo per preservare la salute di tutti»

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«Certo, non potevamo cacciarli», dice Claudio Tomoli, dirigente scolastico del Liceo Pierro, commentando il fatto che molti studenti umbri si sono presentati comunque a scuola lunedì mattina, nonostante il suo avviso, pubblicato sul sito internet istituzionale della scuola: «Da domani 8 febbraio, tutti gli studenti residenti in Umbria dovranno seguire le lezioni a distanza a causa della situazione Covid nella provincia di Perugia»

«Decisione concordata»

Ma il preside Tomoli ha chiarito a umbriaOn che non si trattava di uno stravolgimento delle abitudini: «Tuttora noi siamo al 50% di didattica a distanza, quindi i ragazzi sono già attrezzati per svolgere le lezioni con questa modalità». I circa 200 umbri (su un totale di 900) che frequentano il suo istituto, essendo in ‘zona rossa’, avrebbero quindi dovuto solo fare questo piccolo sacrificio, per evitare di far rischiare un contagio ai compagni in zona gialla. E comunque si trattava di una decisione concordata e non isolata: «Quell’avviso è stato pubblicato dopo un confronto con il sindaco di Sansepolcro e con il provveditorato agli studi, è una soluzione che mira a preservare la salute degli studenti, presa peraltro, per quanto mi risulta, da tutte le scuole superiori toscane. Non mi aspettavo tutto questo bailamme, ora aspettiamo l’interlocuzione in corso fra le due regioni per capire come muoverci».

Confronto Umbria-Toscana

Nel pomeriggio di lunedì dovrebbe quindi arrivare una comunicazione chiarificatrice, meglio se congiunta. I colloqui fra i due presidenti continuano. Donatella Tesei e Eugenio Giani si stanno confrontando dalla serata di domenica, da quando i genitori di San Giustino e di altri centri umbri al confine con la Toscana si sono visti recapitare le comunicazioni dalle segreterie. Apriti cielo. I gruppi whatsappa dei genitori (uno dei mali del secolo; ndr) sono impazziti. Sono cominciate le proteste ed è scesa in campo anche la politica.

‘Battaglia’ social

La bacheca del sindaco di Sansepolcro Mauro Cornioli è stata presa d’assalto da domande di genitori umbri preoccupati mentre dall’altro lato del confine il suo collega di San Giustino rassicurava i genitori sul fatto che non c’era alcun divieto e che, a norma di Dpcm, gli spostamenti per motivi di lavoro e studio erano sempre consentiti. L’invito era quello di mandare comunque i ragazzi a scuola, di fatto contravvenendo al messaggio dei dirigenti scolastici.

La nota del sindaco

Questa mattina il primo cambiamento di rotta: «In seguito alle problematiche circa la frequenza di ragazzi provenienti dalla zona rossa istituita in Umbria nelle scuole di Sansepolcro – ha scritto il sindaco toscano – nel rispetto del diritto all’istruzione e del diritto alla salute si informa la cittadinanza e le famiglie che la questione travalica l’ambito e la competenza del Comune: è necessario che a livello regionale siano date indicazioni chiare. Ho personalmente contattato e scritto sia il Prefetto di Arezzo che al presidente della Regione Toscana perché ritengo indispensabile siano loro, come soggetti di livello superiore, a definire la questione. Appena sarà tutto definito, vi aggiornerò».

Il messaggio whatsapp

Dall’entourage della Tesei fanno circolare un passaggio chiaro del Dpcm: «Durante i propri spostamenti, è consentito transitare nei territori delle aree con restrizioni diverse dalla propria?Il transito nelle aree con restrizioni agli spostamenti diverse dalla propria (arancione o gialla) è consentito, come ogni altro spostamento, esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (per esempio l’acquisto di beni necessari) o motivi di salute. È inoltre consentito se strettamente necessario ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza, se prevista». Quindi, ci si può spostare per andare a scuola.

Il preside del Giovagnoli: «A malincuore…»

«A seguito di sopraggiunta emissione e ricezione di una nota della Regione Umbria, si prende atto che pur non tutelando la popolazione scolastica aretina ci costringe a ritirare la precedente comunicazione. Pertanto sarà di esclusiva competenza delle famiglie la scelta di far seguire le lezioni previste in presenza in modalità Dad».

per il proprio figlio/a. In ogni caso questa Dirigenza nel caso si optasse per la scelta in DAD permetterà alle studentesse e agli studenti che ne fanno richiesta di esser considerati “presenti fuori aula”, senza dover giustificare l’assenza. Tale disposizione resta in vigore per l’intera settimana a venire come già precedentemente comunicato. Il personale docente, di conseguenza, sarà in regolare servizio, ferma restante la possibilità di svolgere il proprio orario lavorativo “a distanza” su esplicita richiesta e compatibilmente con la possibilità di gestione delle classi in presenza, senza inficiare negativamente sull’andamento scolastico di altre classi. Il personale ATA, per il quale non si configura più ipotesi di “causa di forza maggiore” deve essere in servizio, ferma restante la possibilità di restare a casa con giustificativo dell’assenza secondo le modalità previste dalla legge.

«Studenti in rosso possono spostarsi verso il giallo». Ma a Sansepolcro chiudono | umbriaON

Varianti anche a Tolentino

Non si registrano casi ‘chiusure’ al confine umbro-marchigiano. Viceversa si registrano casi di variante inglese Covid nelle Marche: ne sono stati rilevati nelle scuole di tre comuni: in particolare, a Castelfidardo, Tolentino e Pollenza. Nelle scuole di Tolentino – a 40 chilometri dal confine umbro – si sono registrati 2 casi certi e un altro di elevato sospetto che coinvolgono anche un lavoratore presso una pelletteria.

Le note politiche

Sul tema sono arrivate le prese di posizione di alcuni rappresentanti politici.

Bacchetta: «Attivata la prefettura»

«La comunicazione del Liceo Città di Piero di Sansepolcro agli studenti umbri che dovranno seguire le lezioni nella modalità della didattica a distanza e che sarà impossibilitato loro l’accesso alla didattica in presenza, perché la provincia di Perugia è zona rossa, non è giusta sul piano morale e sostanziale, ma desta quanto meno forti perplessità anche dal punto di vista giuridico, per cui i sindaci di Città di Castello, San Giustino e Citerna si sono già attivati con la Prefettura di Perugia perché prenda contatto con la Prefettura di Arezzo».

Nel riferire – in quanto presidente della Provincia di Perugia – che sulla situazione sia annunciata anche una comunicazione della presidente della giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei e del presidente della giunta regionale della Toscana Eugenio Giani, il sindaco tifernate ha auspicato che «questa brutta, antipatica e molto sgradevole vicenda possa finire molto velocemente e sia stata solo un equivoco, perché non è una bella pagina di collaborazione tra città limitrofe».

«Città di Castello è sempre stata molto generosa con tutti, nell’emergenza da Covid-19 ha spalancato le proprie porte, il proprio ospedale, le proprie strutture a persone provenienti da altri territori e che i nostri ragazzi non possano andare a scuola a Sansepolcro non è un bellissimo messaggio ed è comunque un vulnus che va superato», ha aggiunto il sindaco, che ha dato conto della comunicazione con cui il sindaco di Sansepolcro Mauro Cornioli ha dichiarato che la questione «travalica l’ambito e la competenza del Comune ed è necessario che a livello regionale siano date indicazioni chiare», riferendo di aver personalmente contattato sia il prefetto di Arezzo che il presidente della Regione Toscana, perché è «indispensabile che siano loro, come soggetti di livello superiore, a definire la questione».

Marchetti (Lega): «Discriminazione vergognosa e insensata»

«Su segnalazione del consigliere comunale della Lega di San Giustino, Corrado Belloni, ho appreso che dalla mattinata di lunedì 8 febbraio, a Sansepolcro è vietato l’ingresso nelle scuole agli studenti provenienti dall’Umbria – ha esordito l’onorevole della Lega Riccardo Augusto Marchetti – questa discriminazione è vergognosa e insensata. In Umbria, grazie ad un’ordinanza regionale, tutti gli studenti possono usufruire di tamponi gratuiti nelle farmacie, pertanto le famiglie ricevono il sostegno necessario da parte della Regione al fine di monitorare costantemente la salute dei propri figli. In Alto Tevere sono molti gli studenti che frequentano scuole a Sansepolcro e questi ragazzi hanno lo stesso diritto allo studio dei loro compagni di classe toscani. È assurdo che gli studenti umbri vengano emarginati – ha concluso Marchetti – come Lega ci siamo già attivati per avere le dovute spiegazioni in merito a questa triste vicende e riteniamo opportuno un immediato passo indietro».

Bettarelli: «Bene la smentita»

«Fortunatamente – osserva Michele Bettarelli (Pd) – è arrivata la smentita ufficiale dalla dirigenza scolastica e i nostri ragazzi che vanno a scuola in Toscana sono regolarmente nelle loro classi. Il consigliere ha poi auspicato che «l’emergenza Coronavirus, che già sta causando danni enormi in ambito sanitario ed economico, non porti a inutili scontri sociali e territoriali, di cui solamente i cittadini, in questo caso i più giovani, sarebbero vittime».

«La notizia ha colto di sorpresa gli umbri già provati dalle nuove restrizioni, colpendo un mondo, quello della scuola, che dovrebbe essere perno di democrazia ed uguaglianza: quanto accaduto è stato un episodio che ha visto smuoversi un’intera comunità, partendo dai suoi sindaci, che ringrazio. Tutto ciò sia di monito per tutti affinché, in un momento così complesso, il dialogo fra istituzioni e territori sia sempre costante e volto al bene comune».

 

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