Trasporti, Tasso (Cisl): «Umbria sud a rischio»

Il coordinatore di Terni: «La Regione deve lavorare al completamento del raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara»

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di Celestino Tasso
Coordinatore Cisl Umbria Terni

Leggo da notizie stampa che è stata presentata in consiglio regionale, in seconda commissione, una proposta di emendamento al Piano regionale dei trasporti 2014- 2024 (presentata in maniera bipartisan da esponenti di ‘Umbria più uguale’; del ‘Partito Democratico’; di ‘Ricci presidente’ e della ‘Lega nord’) che propone una variante al tratto ferroviario Orte-Falconara.

L’ipotesi di un nuovo progetto ferroviario prevedrebbe la partenza da Fossato di Vico, per imboccare la strada dell’assisiate e del perugino, per raggiungere, finalmente, l’aeroporto San Francesco dove si ‘vorrebbe realizzare’ una nuova stazione ferroviaria e uno snodo intermodale con la Quadrilatero. Un novo progetto che non ha, ancora, certezze su costi, benefici e coperture, se non quelle di allungare il tragitto di 16 chilometri e di realizzare ‘politicamente’ una tratta ferroviaria a binario unico invece che a doppio binario.

Bella pensata.

Il raddoppio ferroviario della Orte-Falconara era stato pensato e progettato, fin dal 1997, per il potenziamento del collegamento tra Tirreno e Adriatico. Oggi, con tale innovativa pensata, si corre seriamente il rischio che tale progetto venga chiuso in un cassetto a favore di una nuova ipotesi (tutta da definire), priva di certezze sul fronte dei costi e delle relative coperture. La ‘ non solo taglierebbe fuori dall’investimento infrastrutturale le aree di Foligno, Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Valtopina in direzione Adriatico, ma l’Umbria del sud compreso il territorio di Terni.

Ritengo che al di là della fattibilità o meno dell’ipotesi di nuovo, ventilato progetto, la Regione debba lavorare rapidamente e coerentemente al completamento del raddoppio Orte-Falconara, perché esso rappresenta un’infrastruttura vitale per lo sviluppo di quei territori tra i più colpiti dalla crisi economica-produttiva-occupazionale e rinviarne la realizzazione, sospenderla o accantonarla equivarrebbe a penalizzare, ancora di più, aree già in forte sofferenza (vedesi la richiesta di riconoscimento di area di crisi complessa) che non hanno bisogno di essere nuovamente umiliate e penalizzate.

Il tratto ferroviario Roma-Orte-Falconara non collega soltanto due mari, ma l’Italia del sud con quella del nord e quindi con la stessa Europa. La ‘nuova variante’ non può essere sostitutiva al progetto già in essere. La Regione Umbria su questo nuovo progetto non deve, assolutamente, potersi permettere di camminare su un incongruente, incomprensibile, incondivisibile doppio binario, perché ciò insinuerebbe il pericoloso dubbio che per la ‘politica’ possano esistere e coesistere due ‘Umbrie’, di cui una, quella del sud, residuale.

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