Treofan, altri 10 giorni per sperare nell’accordo Jindal-Visopack. Filctem: «Soluzione più vicina»

Ma il nodo resta la laccatrice: gli indiani non vogliono cederla, per i polacchi è fondamentale

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«La vertenza entra in una fase inedita. Ora attendiamo la soluzione un po’ più vicina, l’ottimismo è d’obbligo ma la guardia va tenuta alta». È fiducioso, ma anche realista, il commento che Sergio Cardinali, della segreteria nazionale della Filctem Cgil, affida ai social dopo l’incontro di lunedì pomeriggio al ministero dello sviluppo economico per cercare di sbloccare la vertenza della Treofan di Terni, messa in liquidazione dagli indiani di Jindal. Un incontro «interlocutorio – come lo definisce lo stesso Cardinali -, ma anche «positivo», rispetto al «fronte comune di organizzazioni sindacali, Regione e Ministero per un accordo che faccia ripartire gli impianti di Terni». Che però ci sia ancora una matassa da sbrogliare lo dimostra l’aggiornamento del confronto al 25 maggio prossimo, con l’impegno di Treofan/Jindal e Visopack, l’azienda polacca interessata all’acquisizione, di «trovare una soluzione».

Il tema

Il nodo principale «riguarda la disponibilità di un impianto, una laccatrice, che rappresenta – come spiegano altre fonti aziendali – la difficoltà più rilevante nella trattativa. Da una parte Jindal non la vuol vendere – spiegano le stesse fonti – per evitare concorrenza nello stabilimento di Brindisi, di contro l’azienda polacca la ritiene assolutamente necessaria per chiudere l’accordo». Visto lo stallo, il governo ha dunque dato 10 giorni alle parti per poter trovare una soluzione, offrendo la propria mediazione qualora ce ne sia bisogno. Per i sindacati è fondamentale che le parti continuino il confronto per trovare una soluzione che porti al riavvio della fabbrica e al reimpiegò di tutti i 93 dipendenti ancora in carico a Treofan, la cui gran parte si trova per il terzo anno in cassa integrazione.

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