Turismo in Umbria: Ferragosto sottotono

A parte qualche eccezione, i dati ancora non del tutto ufficiali parlano di perdite che si stimano intorno al 30% nella media regionale

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di L.P.

Numeri da capogiro per le località balneari e, più in generale, l’intero Paese. Mentre l’Umbria resta a guardare. È un Ferragosto sotto tono quello nel cuore verde d’Italia. Complici le altissime temperature delle scorse settimane, gli strascichi del terremoto a un anno dalle forti scosse che hanno messo in ginocchio la Valnerina, i dati riguardanti il turismo in Umbria tratteggiano un quadro dalle tinte fosche. E, a parte qualche eccezione, i dati ancora non del tutto ufficiali parlano di perdite che si stimano intorno al 30% nella media regionale.

I dati di Federalberghi nazionale

Italia Numeri positivi, invece, quelli che riguardano il turismo delle località marittime, soprattutto. Secondo Federalberghi, infatti, a fine mese si registrerà un aumento del 3,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un giro d’affari sui 22 miliardi di euro e 34 milioni di italiani in vacanza durante tutto l’arco estivo. Nel 78,6% dei casi (più di 27 milioni di persone) gli italiani rimarranno in Italia (contro il 74,5% del 2016), mentre nel 21,2% dei casi (quasi 7,3 milioni) andranno all’estero. Il mare si conferma come la meta preferita per le vacanze estive, con le coste che accolgono circa il 68,3% dei vacanzieri. Seguono la montagna, con il 10% delle preferenze e le città d’arte con il 5,8%.

L’Umbria Ed è proprio nelle città d’arte umbre che i numeri prendono un altro verso e il segno + davanti ai principali capoluoghi italiani, diventa decisamente negativo per quanto riguarda Perugia, Terni,  Assisi e Orvieto. Nel capoluogo umbro, sicuramente, le stime oscillano tra un meno 20 e un meno 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «I dati non sono definitivi, non ci sono numeri certi – spiega Andrea Barberi, vicepresidente di Federalberghi Umbria – l’unica cosa che possiamo dire è che questo agosto andrà decisamente peggio rispetto al 2016».

Piazza IV Novembre a Perugia

Terremoto Se al mare, infatti, non c’è più un ombrellone libero, in Umbria su 100 camere ne rimangono vuote anche 30. «Non più tardi di questa mattina – prosegue Barberi – in tv passavano le stesse immagini di macerie che, da un anno a questa parte, si sono impresse nella mente della gente a cui nessuno ha spiegato che la Valnerina occupa appena il 5% del territorio umbro. Che a Perugia, Assisi, Gubbio, Terni e Orvieto non c’è alcun pericolo e le strutture sono tutte fruibili e disponibili. La colpa più grande – conclude Barberi – ce l’hanno i giornalisti e i telegiornali».

Trasimeno Così se a Perugia il turismo soffre e la maggior parte delle presenze si deve al turismo degli stranieri, le cose sembrano andare meglio al Trasimeno. «Un po’ è stata anche colpa del caldo – prosegue Barberi – che ha spinto di più verso un turismo marittimo e lacustre, mete naturali per un’estate calda come quella 2017. Ma oltre il lago c’è ben poco, sarà un Ferragosto sotto tono da Perugia ad Assisi, passando per le altre città d’arte umbre. Si poteva fare qualcosa in più, sicuramente, la Regione si è spesa molto anche con gli spot turistici ma le singole realtà, i singoli comuni hanno fatto ben poco per invertire questa tendenza. E con la fine dei grandi eventi le città si svuotano e il calo si fa sentire di più».

La cascata delle Marmore

Terni Le cose non sembrano andare meglio a Terni, anzi. «Fino a una decina di giorni fa non stava andando un granché, eravamo tutti in attesa di capire cosa sarebbe successo all’ultimo momento. – spiega Elisabetta Ruozi, di Federalberghi Terni – Faceva troppo caldo e avevamo pensato che, oltre al terremoto, ci si era messa pure l’afa a complicare la situazione. Difficilmente potremo arrivare ai livelli del 2016, un’annata eccezionale per il turismo ternano con gli alberghi tutti pieni e l’Umbria letteralmente presa d’assalto. Quest’anno i tour operator hanno praticamente cancellato l’Umbria dalla liste delle mete per le vacanze estive e il turismo individuale non basta a riempire gli alberghi». Così se Perugia soffre, Terni è ancora più in difficoltà con alberghi pieni appena al 60%.

La Cascata Lontani i tempi in cui la fila per fare il biglietto alla Cascata delle Marmore durava un paio d’ore. «Quest’anno c’erano alberghi chiusi per ferie ad Assisi la prima settimana di agosto, cosa indicativa per capire quanto soffre il settore ricettivo. Nel 2016 Terni era al pari di una qualsiasi località di villeggiatura, anche grazie alla facilità con cui si raggiunge e all’appeal della Cascata». Per il momento, invece, nessuna sorpresa positiva sembra invertire una tendenza ormai generale negli ultimi mesi, nonostante, secondo i dati diffusi nei giorni scorsi a livello regionale, Terni era in risalita rispetto ad altre città anche grazie alle performance registrate dalle strutture orvietane, +8,28% e dell’amerino.

Assisi

Stanze d’albergo E la prova del nove la fornisce il portale Booking.com, tra i più utilizzati per prenotare alberghi e organizzare vacanze fai da te. Dal sito internet risulta che a Terni solo il 60% delle strutture risulta già prenotato. E i prezzi per una stanza matrimoniale, in alta stagione, sono relativamente bassi: vanno dai 60 ai 120 euro a notte, per due, colazione inclusa. Poco meglio a Perugia, con il 71% delle strutture piene e con tantissime camere, nei migliori alberghi del centro storico, che si possono prenotare a meno di 60 euro a notte per due persone. Al Trasimeno, invece, risulta pieno il 95% delle strutture ricettive e i prezzi sono nettamente superiori: la media per una stanza matrimoniale per godere di un Ferragosto in riva al lago è almeno di 120 euro per due persone.

Musei e opere d’arte A poco, forse, allora, serviranno anche le tante aperture straordinarie dei beni culturali presenti in Umbria per il giorno di Ferragosto. Dal tempietto sul Clitunno alla Galleria nazionale di Perugia, dall’Ipogeo dei Volumni fino al museo archeologico di Terni e l’area di Carsulae senza dimenticare villa Colle del Cardinale e Castello Bufalini. «La speranza è che ci possa essere un minimo di ripresa non appena finirà l’estate più calda che l’Italia ricordi – concludono da Federalberghi – perché l’Umbria resta ancora tra le regioni più attrattive per chi ama la storia e la cultura. La lontananza dal mare la penalizza, certo, ma il suo fascino può essere maggiormente apprezzato anche in altri periodi dell’anno. Certo, quello che ormai è andato perso non ce lo ridarà nessuno, ma si può provare a invertire la rotta nei prossimi mesi».

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