Tutti obiettori: a Terni e Narni interruzioni di gravidanza impossibili. Santa Maria: «A breve problema sarà risolto»

La protesta: «Costretti ad andare a Orvieto o Perugia». L’ospedale: «Riprendono le visite»

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di Fra.Tor.

«Né all’ospedale di Terni né a quello di Narni è possibile fare un’interruzione di gravidanza perché nei loro reparti di ginecologia tutti gli anestesisti sono obiettori di coscienza. È una cosa assurda». La denuncia arriva da una donna ternana che sta aiutando una sua amica di nazionalità cubana in questo difficile e triste percorso.

L’accaduto

«Martedì mattina – racconta – ho accompagnato la mia amica 30enne al consultorio di Città Giardino a Terni per chiedere informazioni per un’interruzione di gravidanza. La mia amica ha già 3 figli e non se la sente di portare avanti anche questa gravidanza che ad oggi è alla quarta settimana. Ci è stato però risposto che né all’ospedale di Terni, né in quello di Narni, è possibile farlo, ma bisogno andare all’ospedale di Orvieto o addirittura a quello di Perugia. Ho chiamato personalmente i due ospedali di Terni e Narni e dai reparti di ginecologia mi è stata confermata questa cosa. Fino a poco tempo fa c’erano anestesisti che lo facevano ma sono andati in pensione. È una cosa assurda, questo è un servizio che viene negato alle donne. Un diritto che abbiamo conquistato negli anni ci viene così tolto. Proverò ad accompagnarla negli altri ospedali, ma tutto questo è ridicolo».

L’ospedale di Terni

L’azienda ospedaliera di Terni, interpellata sul punto, fa sapere che «è stato protocollato martedì 4 gennaio il percorso di applicazione della legge 194/ 1978 (‘Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza’). L’ospedale ‘Santa Maria’ tutela la donna nel rispetto della legge. Dalla prossima settimana – prosegue l’azienda – riprenderanno le visite per inserire le pazienti che ne faranno richiesta nel percorso delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) sia chirurgiche che farmacologiche, attività che erano state sospese nell’estate 2020. Nel garantire la libera scelta della donna è stato elaborato un percorso di tutela a supporto della maternità consapevole che, nel rispetto della legge contempla un iter prettamente sanitario affiancato dal supporto psicologico e sociale».

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