del Gruppo aziendale Uil del Comune di Terni
Sarebbe singolare che il Comune di Terni, che si dice costretto a tagliare i fondi per i servizi (dalle scuole materne al Briccialdi), finisse invece con il sostituirsi ai propri dirigenti nel pagare i ‘risarcimenti’. Anche perché si può dire tutto meno che i dirigenti del Comune abbiano stipendi da fame. I loro eventuali ‘errori’, a maggior ragione, non possono ricadere né sui lavoratori né sul bilancio del Comune.
Facciamo il caso delle mansioni superiori: il dirigente può legittimamente conferirle solo in presenza di determinati requisiti e, anche per questo, non avviene quasi mai. Succede invece che talvolta dei lavoratori siano chiamati a svolgerle di fatto, pur in mancanza di conferimento, e poi chiedano il riconoscimento formale postumo e la differenza stipendiale.
Prendiamo in esame il caso che un lavoratore che abbia svolto di fatto, senza alcuna conferimento formale, le mansioni superiori per anni e che il suo dirigente formalmente ora gli le riconosca. Secondo logica gli deve essere data la differenza di stipendio per intero tra il ‘livello’ posseduto e quello della mansione superiore riconosciuta. A quel punto però l’amministrazione tira fuori il discorso della mancanza di risorse e magari, passando per la conciliazione in sede amministrativa, ‘patteggia’ talvolta un riconoscimento economico inferiore. Conclusione: il lavoratore viene penalizzato avendo solo in parte quello che gli spetta e il Comune paga una somma con aggravio delle proprie spese. In qualche caso sembra si arrivi anche a diverse migliaia di euro.
Secondo la Uil Fpl questo meccanismo è sbagliato in quanto non possono rimetterci né i lavoratori né i cittadini. Il regolamento sulle mansioni superiori infatti recita: “l’onere aggiuntivo derivante dal conferimento o dal semplice tacito assenso all’espletamento delle mansioni superiori, in carenza di presupposti di cui all’art.2, ricade sul dirigente. Il dirigente sarà altresì in ogni caso tenuto a rifondere l’A.C. dell’eventuale maggior danno derivate dall’illegittima attribuzione delle mansioni medesime”. Più chiaro di così!
Quindi a pagare per le mansioni superiori svolte (con tacito assenso) non devono essere i cittadini ma i dirigenti che devono essere chiamati, qualora esistano i presupposti, a mettere mani al proprio portafoglio. Né del resto possono rimetterci i lavoratori che comunque le mansioni superiori hanno svolto. La Uil Fpl chiede al Comune di Terni il rispetto del regolamento, a tutela dei lavoratori e dei cittadini, verificando concretamente se nei casi verificatisi di riconoscimento delle mansioni superiori di fatto svolte i ‘risarcimenti’ abbiano gravato sul bilancio comunale o siano stati, sussistendone i presupposti, poi addebitati ai dirigenti.