Umbria, allarme alcol: troppo fuori pasto

Secondo i dati del bollettino pubblicato mercoledì dalla Usl2 più del 50% ne risulta consumatore: il 15,8% è a rischio

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Nel territorio della Usl Umbria 2 la percentuale di consumatori di alcol, nel periodo tra il 2011 e il 2014, è risultata pari al 58% della popolazione residente, mentre il consumo fuori pasto era del 7,2% e quello abituale elevato del 2,2%. Questi i primi dati che emergono dal bollettino pubblicato mercoledì dall’azienda.

Le caratteristiche Il 15,8% degli intervistati – si legge ancora nel bollettino – è classificabile come consumatore di alcol a maggior rischio perché consumatore fuori pasto, binge – ‘abbuffata alcolica’, almeno 60 grammi di alcol puro per gli uomini e 45 per le donne ingeriti in una singola occasione – o consumatore abituale elevato. Il consumo a maggior rischio è più frequente tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni, gli uomini, le persone con livello d’istruzione medio-alto e quelle che non hanno difficoltà economiche, mentre non c’è differenza per la cittadinanza.

A livello regionale In Umbria, nel periodo 2011-2014, la percentuale di bevitori a maggior rischio è risultata del 17%, identica a quella dello stesso periodo nel pool italiano di Asl. Nel bollettino si osservano, inoltre, differenze statisticamente significative nel confronto delle regioni, con un gradiente nord-sud. Il range varia dal 9% della Campania al 39% di Bolzano. La percentuale di bevitori ‘binge’, invece, è risultata dell’8,4%, mentre nel pool italiano di Asl nello stesso periodo era del 9%. il range di differenza con le altre regioni varia dal 3% della Sicilia al 18% di Bolzano.

L’alcol rappresenta in Europa, dopo fumo e ipertensione, il terzo fattore di rischio evitabile di mortalità precoce e disabilità. Nel report si legge, infatti, che causa circa 200 diverse malattie e il 7,4% di tutte le disabilità e delle morti premature.Fino agli anni ’80, l’Italia era uno dei paesi a maggior uso di alcolici, soprattutto vino consumato ai pasti, poi, il consumo totale è andato diminuendo si sono imposte abitudini di assunzione rischiose, analoghe a quelle diffuse nel nord Europa, come il consumo di forti quantità di alcolici fuori pasto e nel fine settimana, soprattutto nei giovani, anche minorenni. L’alcol è la prima causa di morte fino a 29 anni.

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