Umbria, ex Fcu tra le peggiori linee d’Italia

Al quinto posto nella classifica di Legambiente, ma la regione spicca anche per aumento delle tariffe e treni vecchi

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L’Umbria si distingue in negativo all’interno di Pendolaria, il rapporto sulle condizioni della circolazione ferroviaria italiana stilato ogni anno da Legambiente, entrando nella top ten delle 10 peggiori linee pendolari. ‘Colpa’ della Terni-Sansepolcro, più conosciuta come la ex Ferrovia Centrale Umbra, che si posiziona al quinto posto in classifica. In tutto lo Stivale fanno peggio solo le linee ex Circumvesuviane, la Roma Nord-Viterbo, la Roma San Paolo-Lido di Ostia e la Milano-Chiasso.

Lavori fermi, Perugia-Città di Castello in 1 ora e 30 minuti

Come ricorda il dossier, malgrado siano stati stanziati i fondi necessari al potenziamento della ex Fcu, «sono saltati tutti i cronoprogrammi per la realizzazione dell’opera che non vede il passaggio di treni da 2 anni e mezzo». «Si tratta – si legge nel rapporto – di una ferrovia di vitale importanza per i pendolari umbri e che attraversa da nord a sud l’intera regione per 150 chilometri di lunghezza. La linea collega Terni a Sansepolcro vede i lavori per il potenziamento in ritardo cronico e non sono buone le notizie anche per l’unico tratto riaperto al traffico, quello tra Perugia Ponte San Giovanni e Città di Castello, di 53 chilometri, dove il tempo di percorrenza risulta ancora elevatissimo: 1 ora e 30 minuti. La tratta tra Perugia Ponte San Giovanni e Terni rimane nelle incertezze, mentre quella tra Città di Castello e Sansepolcro è stata affidata alla regione Toscana, eppure, come detto, i fondi non sono mancati grazie a circa 650 milioni di euro stanziati tra il 2017 ed il 2018».

Pendolari sul piede di guerra

Non mancano ovviamente le proteste dei comitati pendolari, tra cui il neonato Comitato pendolari dell’Alto Tevere, che rappresenta principalmente i pendolari che si recano da Città di Castello ed Umbertide a Perugia. «I pendolari chiedono, in particolare – dice il dossier di Legambiente -, una revisione dell’orario di BusItalia (gestore della linea), per poter andare maggiormente incontro alle esigenze dei viaggiatori. In particolare si lamenta la mancanza di coincidenze adeguate con i treni di Trenitalia presso la stazione di Perugia Ponte San Giovanni, così come alle volte mancherebbero perfino quelle con autobus sostitutivi verso Perugia centro e verso Terni».

Le altre note dolenti: su le tariffe, giù i servizi

Sempre secondo il rapporto di Legambiente, in Umbria tra il 2010 e il 2019 si è assistito ad un aumento delle tariffe del 33,5%, tra i più alti in Italia, a fronte di una diminuzione dei servizi del 2,5%. Inoltre il cuore verde d’Italia spicca anche nella classifica dell’età media del materiale rotabile, di 18,9 anni, la sesta più alta in Italia dopo Puglia, Basilicata, Campania, Sicilia e Calabria. I treni con più di 15 anni sono il 65,6% dei 70 totali. Fanno peggio solo Sardegna (67,8%) e Molise (72,7%).

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