«Adesso occorre solo capire se la classe politica regionale e locale sarà pienamente all’altezza, cogliendo l’irripetibile occasione, cancellando l’incestuoso rapporto finora praticato con i boss dell’energia, rimettendo finalmente al centro le comunità e i loro bisogni. La cartina di tornasole sarà la legge regionale che, conformemente al decreto semplificazioni, anche palazzo Cesaroni è chiamato a licenziare entro marzo 2020.». Parole del consigliere regionale del M5S Andrea Liberati in merito al decreto semplificazione e alla novità legata all’idroelettrico: «Terni e l’Umbria si riprenderanno le proprie, potenti centrali idroelettriche. Impianti che generano una rendita enorme e finiti finora nelle mani di multinazionali grazie ad ampie quanto imbarazzanti complicità politiche, senza la minima caduta territoriale».
«Operazione win-win»
Liberati sottolinea che «il Governo Conte ci dà ragione. Grazie al decreto semplificazioni, di imminente approvazione parlamentare, tornerà prepotentemente in campo l’interesse generale contro la deriva affaristica degli ultimi decenni, a discapito di asset di straordinario valore pubblico, dalle concessioni di Autostrade al quelle per le centrali idroelettriche di grande derivazione a molto altro. Un’operazione win-win per la Regione e per Terni, perché, stando al Decreto, sia che entri in gioco una società pubblico-privata, sia che si opti per il partenariato, i territori interessati saranno letteralmente ricoperti d’oro bianco, quell’oro finora depredato per via del connubio tra multinazionali di turno e troppi politici asserviti: questa rapina, scientifica e secolare, finalmente finisce».
Marmore e Piediluco
Liberati conclude mettendo in evidenza che «con questo coraggioso atto politico nazionale, potrà finalmente essere riaperta in modo regimato la cascata delle Marmore, evitando certi cortocircuiti, restituendo il bene naturalistico al suo splendore primigenio, gestendo pure in modo sostenibile il lago di Piediluco, oggi sfruttato in maniera invereconda tanto da concausare il dissesto idrogeologico del paese».
