Umbria, Liberati-Nevi: l’opposizione deflagra

Diatriba sulla nomina alla presidenza del comitato per il monitoraggio e la vigilanza per l’amministrazione regionale

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Botta e risposta tra Andrea Liberati, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, e Raffaele Nevi, capogruppo regionale di Forza Italia all’Assemblea legislativa dell’Umbria. L’oggetto del contendere è la nomina di quest’ultimo alla presidenza del comitato per il monitoraggio e la vigilanza per l’amministrazione regionale.

«Un nome nuovo» Andrea Liberati, parlando della nomina di Nevi, ha affermato che «non rappresenta affatto una garanzia per il Movimento 5 Stelle, lista più votata dell’opposizione e seconda dell’Umbria e forza politica più adatta a ricoprire quell’incarico. Nel chiedere discontinuità netta con le logiche del passato, il M5S è comunque disponibile a esaminare un nome, purché nuovo». Liberati critica la scelta di Nevi perché «dirigenti nazionali del suo partito, duramente punito dagli elettori, un giorno sì e l’altro pure sono favorevoli ad un sostegno ai governi succedutisi dopo il 2011. Senza considerate il contenuto di intercettazioni emerse recentemente sulla stampa in merito al gradimento di Berlusconi per Renzi, con ovvie ricadute sulle relazioni tra maggioranza e opposizione anche a livello regionale. Anche così nasce e si alimenta ovunque l’opposizione di sua ‘maestà’».

Centrodestra ‘accomodante’ «Non a caso – prosegue Liberati – il professor Alessandro Campi osserva come nella stessa Umbria la ‘logica consociativo-spartitoria’ ammorbi un centrodestra fin qui ‘accomodante’ perché ‘si è accontentato delle briciole di potere che la sinistra gli concedeva’. Raffaele Nevi, al suo terzo mandato in Regione, è stato per cinque anni capogruppo del Pdl prima e di Forza Italia poi: parte rilevante del desco consociativo, con esiti infausti anzitutto sul piano della legalità istituzionale, come dimostreremo mercoledì in conferenza stampa».

«Stop agli ‘inciuci’» Occorre oggi «recuperare una sana distinzione dei ruoli: basta ad ‘ammucchiate selvagge’. Stop agli ‘inciuci’. Le istituzioni fondate su simili dinamiche non funzionano. Basta allora a ‘compagni e compari’ che spartiscono tutto lo spartibile, briciole incluse. Né l’opposizione ha bisogno di svolgere il ruolo di quinta colonna di questa vecchia sinistra umbra. Una semplice ricerca su Google dimostra che Raffaele Nevi non ha mai pronunciato una sola parola su politica e affari, materia eletta della vigilanza, né un lemma si è avvertito su certi capi di cooperative che, gonfiate a dismisura, rappresentano la porta girevole del PD, nell’intorbidimento del pubblico interesse. Dirigenti coop con cui viceversa lo stesso Nevi coltiverebbe ottimi rapporti sin dai tempi del governo Berlusconi».

Umbria da ‘Mulino Bianco’ «L’indicazione di Nevi appare dettata dalla stessa Catiuscia Marini, ben consapevole così di poter proseguire con la vulgata dell’Umbria da ‘Mulino Bianco’ grazie a quella ‘logica consociativo-spartitoria’, utile soltanto a consolidare un sistema profondamente marcio. Invito perciò coloro che rifiutano l’opposizione della ‘regina’, coloro che intendono mantenere le promesse elettorali, a valutare un nome diverso».

Indicazioni delle minoranze «Liberati fa tenerezza perché pur di accaparrarsi una poltroncina si inventa farneticazioni da bar rispetto alle quali non varrebbe neanche la pena replicare, se non per rilevare il suo maldestro tentativo teso a dimostrare che il M5S  meriterebbe quella posizione perché è la lista più votata delle opposizioni». Il capogruppo regionale di Forza Italia interviene sulle dichiarazioni di Liberati e spiega che il capogruppo pentastellato «si dimentica che la nomina del presidente del Comitato deve essere frutto delle indicazioni delle minoranze, e io sono stato indicato da 4 gruppi consiliari su 5 che rappresentano il 39,27% degli elettori contro il 42,78% della Marini. Ricordo che quest’ultima è risultata vincitrice alle elezioni solo grazie al Movimento 5 Stelle che non ha scelto l’unica alternativa possibile».

Ragionare da consigliere Il capogruppo di Forza Italia aggiunge: «Si metta l’anima in pace Liberati, si prenda qualche giorno di vacanza e cominci a ragionare da consigliere regionale e non più da ex portaborse di un ex consigliere. Poi – conclude Nevi – si faccia nominare dal suo gruppo membro del comitato di controllo e faccia proposte: assicuro che ci sarà il massimo ascolto, se esse andranno nella direzione di migliorare il funzionamento della Regione nell’interesse dei cittadini».

«Offese» La nuova replica di Liberati non tarda ad arrivare. «Raffaele Nevi, nel tentativo di declassarmi a ex portaborse di ex consigliere regionale, offendendo così i tanti giovani e meno giovani che lavorano per la Regione, compreso chi collabora per lei, ricordo che il sottoscritto, diversamente da altri, qualcosa della propria vita ha messo in gioco, lasciando nel 2008 proprio questo Ente per cercare di crescere, coinvolto poi quale volontario del candidato presidente degli Stati Uniti: Oltreoceano ho potuto osservare con rispetto quanto il mondo anglosassone sia distante da certe pratiche levantine di cui alcuni qui sono campioni. Le suggerisco caldamente simili esperienze».

Assenza di chiarezza «Poiché tra l’Italia e l’America qualcosa credo di aver appreso e poi applicato in una cornice di rigore morale che dovrebbe connotare ogni ‘civil servant’, intendo porre queste vocazioni e attitudini a disposizione della comunità, a partire dall’illustrazione chiara di fatti e circostanze che riguardano anche il suo ruolo di ‘oppositore’ e che esporremo mercoledì in conferenza stampa in tema di Bilancio della Regione Umbria. Ribadisco infine che, in assenza di chiarezza politica del suo partito e nella sua certificata contiguità a questa vecchia sinistra, il Comitato non funzionerà, ma sarà solo uno spreco di tempo e danaro, così come accaduto in passato, e per questo già oggi organismo totalmente delegittimato. Singolare peraltro che le siano stati già assegnati i locali al IV^ piano da presidente del Comitato, pur in assenza di nomina formale. Il M5S ‎non esprimerà pertanto alcun nome al riguardo. Gli ‘inciuci’ continuate pure a farveli da soli».

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