Umbria, Poste Italiane: «Previsti altri tagli»

I consiglieri regionali della Lega Nord denunciano: «Entro settembre i servizi di recapito funzioneranno a giorni alterni»

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Tagli in vista per Poste Italiane sul territorio dell’Umbria. A denunciare i rischi, per i servizi e i posti di lavoro, è la Lega Nord che attacca: «Aumenteranno solo il numero e i compensi dei dirigenti».

Interrogazione Sul punto i consiglieri regionali Valerio Mancini e Emanuele Fiorini annunciano un’interrogazione urgente in prima commissione: «Ad oggi – spiegano – sono già stati chiusi ben 11 uffici tra Perugia e Terni, altri 19 hanno già una chiusura parziale ed ora, in merito alla delibera Ag Com 395 del 2015, tra luglio e settembre il servizio di recapito diverrà a giorni alterni in tutti i comuni dell’Umbria. Nonostante gli incontri fra le parti sbandierati dalla giunta Marini, la verità – attaccano gli esponenti leghisti – è che a breve verranno messe all’angolo almeno 93 eccedenze, una cifra importante che testimonia l’incapacità dell’amministrazione regionale nel difendere il proprio territorio».

Chi scende e chi sale A rimetterci, secondo la Lega Nord, saranno soprattutto i comuni cittadini e gli anziani che vedranno slittare il pagamento delle proprie pensioni: «Dati alla mano il gruppo è passato da un organico complessivo di 155,6 mila unità del 2005 a 144,6 mila nel 2014, negli stessi anni il numero dei dirigenti passava da 721 a 789 e i quadri crescevano di 2.325 unità. Cifre che lasciano ben poco spazio all’interpretazione: contemporaneamente nelle aree operative si assiste a una forte contrazione di posti di lavoro, che da 131.399 del 2005 si sono ridotti a 123.255 nel 2014 con un saldo negativo di 8.144 unità. Il costo medio di ciascun dirigente è passato da 174.600 euro nel 2005 al valore record di 253.037 nel 2013 e per l’anno 2015 dubitiamo che saranno ridimensionati. Alla faccia dei lavoratori».

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