Umbria, sciopero Savit: «Non ci fermeremo fino alla vittoria»

Fiom Terni e Perugia e Ugl metalmeccanici: «Non solo contro i 6 licenziamenti annunciati dall’azienda, ma anche per la qualità del trasporto pubblico umbro»

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di Fra.Tor.

«Non ci fermeremo finché non avremo vinto». È quanto hanno esclamato giovedì in conferenza stampa Alessandro Rampiconi (Fiom Terni), Simone Pampanelli (Fiom Perugia) e Daniele Francescangeli (Ugl metalmeccanici), annunciando uno sciopero di 8 ore programmato per lunedì 26 aprile da parte dei lavoratori di Savit. «Non sarà solo uno sciopero contro i sei licenziamenti annunciati da Savit, azienda metalmeccanica, controllata da Busitalia a totale capitale pubblico, 90 dipendenti in Umbria che si occupano di manutenzioni, rifornimenti e pulizie dei mezzi del tpl, sarà anche uno sciopero che vuole accendere i riflettori sul futuro di un’azienda fondamentale per il diritto alla mobilità delle cittadine e dei cittadini della nostra regione».

‘Accordo tra privati’

I sindacati prevedono «un’adesione massiccia in una giornata in cui il trasporto pubblico locale potrebbe subire forti ripercussioni. Una totale mancanza di senso di responsabilità da parte del management di Savit e di Busitalia, che, lo ricordiamo, sono aziende pagate con i soldi pubblici, e quindi da tutti noi e dai lavoratori stessi». Alla base della protesta c’è «la decisione unilaterale di Savit di licenziare 6 addetti al rifornimento, tutti con moltissimi anni di esperienza con contratto metalmeccanico, che sono attualmente distaccati presso un’azienda terza, la Dusman, che si occupa di pulizie. I lavoratori, secondo quanto comunicato dall’azienda, una volta licenziati verrebbero poi riassunti dalla Dusman, sulla base di un non meglio precisato ‘accordo tra privati’, che comporterebbe comunque il passaggio al contratto del pulimento, chiaramente svantaggioso per i lavoratori».

Garanzia di un futuro per i lavoratori

«È evidente – hanno detto i sindacati – che non ci sono reali garanzie sul futuro di questi lavoratori, per questo, anche insieme al prefetto di Terni, abbiamo chiesto con senso di responsabilità, non di cancellare l’esternalizzazione dei servizi che Savit vuole fare, ma di congelare la situazione di questi lavoratori, almeno fino alla fine dell’emergenza Covid e di valutare una loro ricollocazione, tanto più che la stessa Savit e l’intera Busitalia hanno certamente bisogno di rafforzare i propri presidi». La totale chiusura alle proposte dei sindacati e anche alle sollecitazioni del prefetto di Terni ha portato allo sciopero, che sarà preceduto venerdì 23 dalle assemblee con i lavoratori, che si svolgeranno in contemporanea e in collegamento in tutte le sedi umbre. «All’azienda deve essere chiaro che lo sciopero di lunedì sarà solo l’inizio – hanno concluso Rampiconi, Pampanelli e Francescangeli – perché è nostra intenzione portare avanti questa vertenza fino alla sua giusta conclusione, ovvero alla garanzia di un futuro per questi lavoratori e di un servizio pubblico efficiente per l’intera mobilità dell’Umbria».

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