Umbria, Trasimeno: progetti di sviluppo

La presidente della Regione Catiuscia Marini: «Percorso importante per l’intera regione, ora passare alla fase operativa»

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Creare sinergie e collaborazioni per l’attuazione dell’Iti Trasimeno (Investimento territoriale integrato), finalizzato alla valorizzazione e sviluppo dell’intera area a cui fanno capo le amministrazioni che hanno dato vita all’Unione comunale Trasimeno: Castiglione del Lago, Città della Pieve, Magione, Paciano, Panicale, Passignano, Piegaro e Tuoro. Questi alcuni degli obiettivi dell’iniziativa ‘Unione dei Comuni Trasimeno – Patrimoni culturali per il futuro del Trasimeno’ che, promossa dall’Unione comunale del Trasimeno, si è tenuta sabato mattina a Città della Pieve.

Il lago Trasimeno

Il lago Trasimeno

Coesione sociale Per Fausto Scricciolo, sindaco pievese e presidente dell’Unione, «con la costituzione di questa ‘città del Trasimeno’ abbiamo dato forma ad un impegno che continuerà se sapremo valorizzare questo nostro territorio e di pari passo sviluppare misure per l’economia e la coesione sociale. Tutto questo avrà senso se saremo accompagnati dalla collaborazione della comunità, delle istituzioni, dell’impresa e della ricerca». E proprio il professor Giovanni Pizza, direttore della scuola di specializzazione in Beni Demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia, ha spiegato infatti il ruolo dell’Università che ha «un’ambizione a carattere strategico per l’uso sociale degli esiti della ricerca scientifica per rendere usabile la cultura senza cadere nel campo del populismo culturale. Per una ricerca sociologica e antropologica che divenga un laboratorio collettivo, inclusivo delle diversità delle comunità del Trasimeno».

Goletta dei Laghi sul Trasimeno - 22 luglio 2016 (2)Valorizzare l’area «Il percorso avviato dalle città e dalla comunità del Trasimeno – ha detto la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini – è significativo e va incoraggiato negli obiettivi e nella visione sul futuro del territorio, sapendo che ciò non è solo al servizio di chi qui vive, ma della regione nel suo insieme. La Regione ha costruito uno strumento di valorizzazione dell’area rovesciandone l’approccio, affidando cioè alle comunità locali la visione del proprio sviluppo futuro, partendo proprio dagli elementi caratterizzanti questa parte dell’Umbria da metter a valore e che risiedono nel paesaggio, nel patrimonio storico, artistico e culturale, in una economia prevalentemente legata all’agricoltura, alla pesca, all’ambiente, alle piccole e medie imprese, al turismo e alla ricettività. E ciò anche prevedendo un assetto organizzativo che, partendo dal basso, ha raccolto insieme le diverse comunità del lago un una sola ‘città del Trasimeno’ su cui ragionare in modo integrato ed unitario e che costituisce essa stessa un valore aggiunto».

La programmazione Partendo da questa visione, ha proseguito la presidente, «si può ad esempio pensare ad una programmazione edilizia ed urbanistica condivisa che ci riconsegni, anche in questo ambito, una immagine del territorio nel suo insieme. Abbiamo dunque costruito uno strumento di programmazione che fosse su misura per le sfide che intendiamo cogliere, uno strumento aggiuntivo rispetto a quelli della programmazione ordinaria, regionale e comunitaria, su cui innervare possibili ulteriori moltiplicatori di investimenti derivanti anche da altri soggetti, lavorando insieme per lo sviluppo economico e sociale del territorio». In questo quadro «l’Unione dei Comuni non è un luogo burocratico, non è una necessità, ma il soggetto che può stimolare le diverse azioni in modo efficace e ciò senza annullare identità che sono omogenee, ma differenti sul territorio. Si tratta di una effettiva opportunità per un’area che ha 60 mila abitanti e che costituirebbe il quarto comune della regione».

Il futuro Per Catiuscia Marini «ora occorre andare velocemente, perché la visione di futuro deve essere pragmatica, legata all’attività amministrativa e di governo, rispettando modi e tempi della programmazione europea, con una tempistica della operatività. Abbiamo terminato il primo anno di lavoro sul ‘progetto Trasimeno’ e sono arrivate proposte interessanti, ora dobbiamo entrare nella fase attuativa che produca risultati concreti e visibili, per una prospettiva nuova di questo territorio. E’ dunque necessario individuare la visione dello sviluppo che imporrà delle scelte di campo anche rispetto all’utilizzo degli investimenti pubblici e privati, da aggiungere ai 15 milioni previsti dall’Iti per moltiplicare le risorse verso una prospettiva comune».

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