«Una via a Berlusconi? La riflessione sia ‘scientifica’ e attenta»

Terni – Francesco Mazzili, figlio dello storico Walter, scrive al sindaco Bandecchi. «Ho apprezzato la sua attenzione alla storia»

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Francesco Mazzilli

di Francesco Mazzilli

Egregio signor sindaco Stefano Bandecchi, sono uno studente di storia alla ‘Sapienza’ di Roma e un lavoratore precario. Le scrivo una lettera pubblica in merito alla decisione di dedicare una via a Silvio Berlusconi, ex presidente del Consiglio, senatore della Repubblica, imprenditore italiano, recentemente scomparso a causa di una leucemia. Ho appreso dalla stampa locale che è stato approvato l’atto presentato dal consigliere di opposizione Francesco Maria Ferranti, rappresentante di Forza Italia (partito fondato dallo stesso Berlusconi) e depositato in data 18 giugno 2023 presso il consiglio comunale di Terni e quindi approvato con 26 voti a favore e 3 contrari.

Le motivazioni addotte da lei sono sintetizzabili nella caratura della personalità politica e imprenditoriale della figura di Silvio Berlusconi, sia a livello nazionale che internazionale, nonostante le inevitabili divisioni che la figura stessa può suscitare. La questione che le vorrei porre però ha caratura storica e culturale, più che politica, e per questo inviterei le forze politiche al dibattito per il bene della città di Terni e non – come accade spesso se non sempre – allo scontro e all’innalzamento di vessilli contrapposti per finalità politiche.

Vorrei innanzitutto ricordarle che per legge una via o un luogo pubblico non si possono intitolare a una personalità deceduta prima che passino dieci anni dalla morte, salvo autorizzazione del ministero che dà l’assenso al prefetto. Occorre tenere a mente tuttavia come anche il sindaco di Milano, città natale di Silvio Berlusconi, abbia preferito aspettare il naturale decorso del tempo piuttosto che accelerare i tempi (ma si obietterà che il sindaco Sala è di colore politico opposto a quello di Berlusconi). La domanda perciò sorge spontanea: intitolare o meno la via a un uomo politico come Silvio Berlusconi?

Mi sono già occupato in passato di questioni di toponomastica scrivendo alle testate locali, perché contestai alcune intitolazioni proposte dalla giunta precedente, facendo leva sull’eredità di mio padre Walter Mazzilli, deceduto nel 2015, il quale fu uno storico della città che si occupò della toponomastica storica e che ha pubblicato diversi libri e diversi studi in materia. Mio padre ha sempre sostenuto la priorità del rispetto dei nomi di luogo, della memoria collettiva locale e delle denominazioni antiche nell’intitolazione delle vie, delle piazze, dei parchi e di qualsiasi altro luogo pubblico e storico, per preservarne il ricordo e mantenerne viva la memoria ad uso della comunità. Il che, signor sindaco, lo ha portato a scontrarsi con persone del suo stesso colore politico, dato che la toponomastica è da sempre preda del vincitore di turno a prescindere dal colore politico.

Mio padre Walter, che è stato membro della commissione toponomastica, sosteneva con tutto sè stesso la difesa della toponomastica storica e acconsentiva alla dedica di vie a personalità estranee alla storia del luogo solamente ove non fossero più rintracciabili toponimi storici e dove non vi fosse documentazione che ne testimoniasse una denominazione antica. Gentile signor sindaco, apprezzai molto il fatto che decise di restaurare e anche di salvaguardare i murales cileni dello stadio, la cui autorizzazione ad essere dipinti fu concessa proprio da mio padre, allora assessore allo sport e alla scuola del Comune di Terni. Scrissi una lettera aperta anche in quell’occasione per ringraziarla. Le chiedo ora in qualità di privato cittadino, semplice appassionato di storia, di far valutare alla commissione toponomastica con metodologia e scientificità l’intitolazione di spazi pubblici e non in base ad interessi di partito o personali, il che, come già scritto sopra, non vuol dire che sia vietato del tutto dedicare luoghi della città a personalità pubbliche. La ringrazio per l’attenzione.

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