Università, bilancio ok Studenti polemici

Ultima seduta del Senato accademico con qualche tensione a Perugia: «Pochi investimenti per fasce deboli»

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Ultima seduta del Senato accademico con qualche tensione, all’Università degli studi di Perugia, sul tema del bilancio. Dopo il tira e molla sulla possibile assenza della rappresentanza studentesca in seno all’istituzione che doveva discutere il bilancio dello studium, giovedì la seduta si è tenuta e, tanto per dire, gli studenti – che nel frattempo grazie al tempestivo intervento del Rettore hanno potuto partecipare alla riunione – hanno bocciato in toto il bilancio dell’ente.

La querelle Ma andiamo per ordine. Nei giorni scorsi, infatti, l’Udu, l’Unione degli universitari, che anche quest’anno ha praticamente stracciato le altre liste e conquistato il maggior numero di seggi nelle rappresentanze universitarie, aveva lamentato l’impossibilità di partecipare all’ultima seduta del Senato accademico, in programma per il 21 dicembre e dedicata alla discussione e votazione del bilancio, proprio perché, all’ultimo, avevano scoperto che i vecchi rappresentanti terminavano il mandato, già prorogato, il 15 dicembre, mentre i nuovi sarebbero dovuti entrare in carica a partire dal prossimo gennaio. «Una scarsa considerazione della rappresentanza studentesca che per due anni ha lavorato fianco a fianco con l’ateneo portando avanti battaglie per tutti gli studenti e la città» avevano denunciato dall’Udu. Così, sollecitato, il Rettore è corso ai ripari firmando un decreto di nomina dei nuovi rappresentanti.

Bilancio bocciato Detto, fatto e i nuovi rappresentanti hanno espresso voto contrario al bilancio. «Come sempre abbiamo portato all’attenzione degli organi le varie criticità rilevate e le osservazioni relative non solo alle singole voci del bilancio, ma anche alle complessive scelte politiche operate dall’amministrazione» spiegano dall’Udu. «Nessun investimento rilevante sugli aspetti prettamente di interesse della componente studentesca, entrate eccessivamente elevate dalla tassazione, tali da far presumere lo sforamento legale del tetto del 20%, un calo notevole della spesa relativamente al costo del personale dedicato alla ricerca e alla didattica, che è quello che in prima istanza si occupa della formazione degli studenti». In base a questo la sinistra universitaria ha deciso di votare contro.

L’ateneo Di tutt’altro avviso, invece, l’università che ha espresso soddisfazione per l’approvazione – i numeri bastavano – del bilancio che permetteranno la già confermata stabilizzazione dei precari e la garanzia per le borse del dottorato «per le quali l’Università, nello specifico, assicurerà la copertura per quasi cinque milioni di euro a fronte di un cofinanziamento ministeriale di circa due milioni».

Gestione oculata «E’ stata confermata anche l’attenzione dell’Ateneo per gli studenti in condizioni di fragilità economica e sociale, con l’esonero dal pagamento delle tasse per le fasce Isee fino a 15.000 euro (2.000 euro oltre la soglia prevista dalla legge), per gli studenti disagiati residenti nei comuni colpiti dal sisma e per quelli particolarmente meritevoli. In aggiunta, è stata garantita un’incidenza della tassazione sugli studenti ampiamente al di sotto dei limiti previsti dalla normativa in materia». Anche quest’anno nessun indebitamento esterno: «Grazie anche a questa attenta e oculata gestione delle risorse a disposizione, volta ad incrementare l’efficacia e l’efficienza dell’azione di governance, nonché in virtù della costante condivisione delle linee strategiche adottate, è stato possibile realizzare gli obiettivi deliberati dagli organi di Ateneo».

Studenti esclusi Ma per gli organi di nomina studentesca quanto fatto non basta. «La visione politica dietro le scelte di bilancio dell’amministrazione denota una mancanza di volontà di mettere in campo investimenti utili al miglioramento generale dell’Università, oltre che dei servizi dedicati agli studenti – dichiara Costanza Spera, coordinatrice Udu – riguardo al bando 150 ore per l’anno accademico 2017/18, segnaliamo una poca coerenza rispetto alla dichiarazione resa dal Rettore in cui veniva dato mandato agli uffici di accogliere le nostre richieste sul tema, inerenti ad una modifica dei parametri di calcolo e di un’estensione del bando agli studenti del primo anno di magistrale, ad oggi indebitamente esclusi. Questo, dopo un anno, non è stato fatto. Non solo: le motivazioni rese negli organi sopra citati sono a nostro avviso alquanto discutibili. Di fronte a questa serie di fatti, abbiamo deciso di votare contrari ad una politica universitaria che non viene incontro alle esigenze degli studenti e risulta altalenante rispetto agli impegni formalmente presi negli organi di ateneo. Riguardo il probabile sforamento del tetto massimo del rapporto tra entrate delle tasse e fondo di finanziamento ordinario, vigileremo al fine di garantire la legalità nel nostro ateneo».

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