Usura da Terni a Roma: chi sono i 5 arrestati dell’operazione Hirudo

Procura, polizia di Stato e Guardia di finanza hanno smantellato un gruppo capace di movimentare oltre 1,6 milioni di euro

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di F.T.

Nove distinti episodi di usura avvenuti fra il 2018 e l’aprile del 2021, capitali movimentati per circa 1,6 milioni di euro, oltre 1.400 operazioni (bonifici, ricariche e altri versamenti) scandagliate dagli inquirenti: questi alcuni numeri dell’operazione anti usura ‘Hirudo’ che, coordinata dalla procura di Terni e condotta dalla squadra Mobile della questura e dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza, ha portato a cinque arresti eseguiti all’alba di mercoledì su ordine del gip di Terni, Barbara Di Giovannantonio.

IL VIDEO DELL’OPERAZIONE

Gli arrestati

In carcere ci sono finiti il 32enne ternano Christian Forzanti e il 56enne romano Alessandro Ricci. I domiciliari sono invece scattati per il fratello di quest’ultimo, Carmine Ricci di 55 anni, per la 65enne ternana Loredana Giovannetti e per il 49enne Renato Venditti, originario di Roma ma residente da anni a Terni. Quest’ultimo è accusato anche di detenzione di droga – circa 100 grammi di cocaina sequestrati dagli inquirenti – a fini di spaccio. I contenuti dell’operazione sono stati illustrati dal procuratore capo Alberto Liguori, dal questore Bruno Failla, il comandante provinciale della Guardia di finanza Livio Petralia, il dirigente della squadra Mobile Davide Caldarozzi e il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme Gialle, Andrea Longo.

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L’organizzazione

Fra le vittime del ‘giro’, famiglie ma pure imprenditori. Che a volte venivano attratti da investimenti spacciati per grandi affari, subito remunerativi, salvo poi perdere i soldi e avere bisogni di prestiti. In altri casi si partiva già da situazioni di sofferenza economica – come un invalido ternano a cui servivano 3 mila euro per pagare il funerale della madre, costretto poi a restituirne 6 mila – di cui il gruppo approfittava, prestando i soldi ma pretendendo interessi che arrivavano fino al 60% dell’intera somma e con rate da versare settimanalmente o mensilmente, pena ulteriori e insostenibili aggravi del debito originario. Se poi non pagavano, la minaccia era ricorrente: «Chiamiamo i signori di Roma», individuati da polizia e finanza nei due fratelli Ricci. Di contro, ad ‘agganciare’ i clienti – secondo quanto ricostruito – sarebbe stata la Giovannetti che poi li ‘girava’ agli altri del gruppo per l’erogazione del prestito e la gestione dello stesso.

L’indagine

L’origine dell’indagine risale al febbraio del 2020 quando il Forzanti e il Venditti (poi condannato a 6 anni e 8 mesi in abbreviato, ndR) erano stati arrestati dalla squadra Mobile, sempre per usura. Da lì, anche attraverso intercettazioni telefoniche e l’analisi di una mole imponente di operazioni – diverse delle quali sospette – e dati bancari, è stato possibile ricostruire le situazioni che hanno consentito al gruppo di mettersi in tasca fior di quattrini. Tanto che lo stesso gip, con gli arresti, ha disposto il sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di circa 600 mila euro, pari al profitto illecito stimato. Gli interrogatori di garanzia per gli arrestati sono stati fissati per venerdì mattina; fra i legali difensori figurano gli avvocati Marco Gabriele, Manlio Morcella e Francesco Mattiangeli.

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Riflessioni

Dal questore Failla e dal comandante Petralia è giunto un plauso, reciproco e rivolto alla procura, per aver messo in campo una piena collaborazione fra polizia di Stato e Guardia di finanza, basata su competenze diverse ma obiettivi comuni. Il comandante delle Fiamme Gialle ha anche evidenziato come Terni sia «un territorio particolarmente permeabile all’usura, con un indice di rischio che sfiora il 48%. Basti pensare che Perugia si attesta sul 37%». Il procuratore Liguori, fra le altre cose, ha rimarcato come «l’asse Terni-Roma sia una costante quando si parla di capitali illeciti, droga, reati predatori. E qui siamo di fronte ad una collaborazione fra due gruppi criminali che dovrà essere chiarita, accertata. La nostra speranza è che, attraverso il sequestro preventivo eseguito, chi ha trovato la forza di denunciare ed è stato costretto a versare somme ingenti, anche vendendo le proprie cose, possa finalmente riottenere qualcosa».


(Foto Mirimao)

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