Vaccino, la polemica: «Settantenni dimenticati»

La protesta di una cittadina: «I nonni fondamentali per le famiglie e la cura dei bimbi, sono a rischio ma nessuno parla»

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di Gabriella De Santis

In questa confusione che circola intorno alla campagna vaccinale, mi sto rendendo conto che della fascia di età dei cosiddetti settantenni ormai si è persa la traccia. Silenzio assoluto. Vorrei quindi ricordare che gli ultrasettantenni sono in genere quei nonni che si prendono cura dei bambini dai quali oggi devono stare lontani, in quanto possibili portatori di infezione da Covid-19.

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Sono gli stessi che molto spesso sostengono economicamente (non per essere venali) famiglie in cui purtroppo il lavoro scarseggia o manca del tutto. Sono gli stessi che seguono i nipoti nei giochi, nel lavoro scolastico e, cosa di non poco conto, danno gratuitamente affetto. Quell’affetto che, se i genitori lavorano (se sono fortunati), è stato sostituito dalle ‘scorpacciate’ di tv. Detto questo, mi domando se qualcuno degli addetti ai lavori si rende conto che a giugno, quando chiuderanno le scuole (per coloro che per fortuna le hanno potute frequentare), i bambini – quelli che hanno subito maggiormente la pandemia in quanto privati di tutto, niente giochi nei parchi, niente possibilità di frequentare altri bambini, niente attività sportive o ricreative in genere, niente di niente e di cui nessuno parla -, saranno di nuovo a carico di nonni a rischio o sotto la tutela di qualche baby sitter improvvisata.

Le baby sitter, nonostante i bonus, non si comprano su Amazon. Sento che, secondo la nuova circolare ministeriale firmata oggi (lunedì), sarà possibile vaccinare con il siero AstraZeneca anche gli over 65, ma altrettanto sento che ci saranno persone non particolarmente a rischio, anche più giovani con meno possibilità di incappare nella malattia da Covid, che si affacciano all’orizzonte, come se questa faccenda delle vaccinazioni avesse delle maglie che si allargano all’occorrenza. I settantenni, veramente a rischio, rischiano di stare ancora tappati in casa a rimbambirsi più del dovuto senza sapere né se né quando, in attesa che qualcuno si ricordi anche di loro.

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