Boschi tagliati – ma anche interventi edilizi – in zone sottoposte a vincolo paesaggistico, ambientale ed idrogeologico nel territorio di Sant’Anatolia di Narco. A scoprire diversi casi sono stati i carabinieri forestali del centro della Valnerina che hanno denunciato cinque persone.
I primi controlli – con il coordinamento del pm Patrizia Mattei della procura di Spoleto – risalgono all’autunno del 2015. In particolare nelle località I Campetti, Campolungo e Case San Pietro i militari hanno accertato interventi di taglio a raso ed estirpazione di ceppaie per eliminare, di fatto, boschi. In località Casaccia, invece, oltre al taglio sono stati riscontrati interventi edilizi senza autorizzazioni e tali da modificare in maniera permanente lo stato dei luoghi.
I rischi «Il taglio raso, che consiste nel tagliare tutti gli alberi presenti in una certa area di bosco – spiegano dal comando carabinieri forestali di Sant’Anatolia di Narco – è in generale vietato poiché comporta un forte impatto sul paesaggio e priva tutti gli animali di una vasta area, di ogni possibile rifugio o luogo di nidificazione, determinando la distruzione del loro habitat. Inoltre, in terreni acclivi può mettere in pericolo la stabilità dei versanti».
Cosa rischiano Alcuni dei cinque denunciati avevano anche avviato l’iter – poi stoppato dai carabinieri forestali – per poter ottenere l’erogazione del 50% del contributo di 153 mila euro derivante dal Piano di Sviluppo Rurale per l’Umbria. Oltre ai reati ambientali, sono stati contestati anche la falsità in atto pubblico e la tentata truffa aggravata per il conseguimento di pubbliche erogazioni. Ora gli indagati – già colpiti da numerose sanzioni amministrative per un totale di 187 mila euro – rischiano la reclusione fino a sei anni.
