Valnestore: «Tentativi vani, non ci fermiamo»

Perugia, il comitato ‘Soltanto la salute’ torna sui dati dell’Usl Umbria 1: «In atto un tentativo di colpirci. Noi vogliamo la verità»

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C’è disappunto, tra i cittadini del comitato Soltanto la salute, dopo le esternazioni fatte dal sindaco di Piegaro e dopo aver preso contezza dei risultati dell’analisi condotta dalla Usl Umbria 1.

L’inchiesta Così, nel corso dell’ultima riunione del comitato, si è tornado a parlare della situazione di rischio sanitario ed epidemiologico della zona e delle argomentazioni addotte in merito dalle autorità locali. «Ci teniamo a precisare – spiegano dal comitato – che l’inchiesta in atto si riferisce all’intera Valnestore ed interessa, a parere del Comitato, importanti argomenti tra i quali le discariche autorizzate e non di rifiuti solidi urbani, le discariche autorizzate e non di ceneri di Pietrafitta miste a rifiuti solidi urbani, le discariche e i depositi autorizzati e non di ceneri di carbone provenienti dalla Centrale di La Spezia-Vado Ligure, il potenziale occultamento di altri rifiuti, l’eventuale presenza di radioattività, il potenziale inquinamento di acque superficiali e di falda e i potenziali danni alla salute provocati dal funzionamento delle centrali di Pietrafitta, la vecchia centrale a lignite divenuta negli anni 80 policombustibile e centrale Turbogas alimentata a gasolio».

Il report Il fatto che, secondo il report dell’Usl Umbria 1 «Non si rendono evidenti elementi epidemiologici direttamente correlabili ad una esposizione della popolazione agli inquinanti prodotti dall’attività dell’ex centrale di Pietrafitta o alla presenza di ceneri», non convince del tutto il comitato, come aveva già spiegato il legale delle famiglie Valter Biscotti nei giorni scorsi. Questo perché «si limita alla trattazione di una sola problematica lasciando fuori questioni altrettanto importanti riguardanti esposti e segnalazioni inoltrati alla  magistratura all’inizio dell’anno 2016, ed è quindi riduttivo e ingannevole enfatizzare la »suddetta comunicazione come risolutiva di tutta la problematica.

I dati Il documento della Usl, infatti, si concentra esclusivamente sulle ceneri di Pietrafitta e le eventuali correlazioni sanitarie per gli abitanti del comune di Piegaro «trascurando ogni altro potenziale inquinante, ma soprattutto non prendendo in considerazione la maggioranza degli abitanti della Valnestore: Colle San Paolo-Tavernelle, e il comune di Panicale come, invece, si vorrebbe lasciare intendere. «Curiosamente, la comunicazione della USL 1 – proseguono dal comitato – riporta un esito già in parte anticipato dal presidente della commissione Salute della Regione Umbria a fine anno 2016, il quale asseriva che da notizie carpite, quelle macchie rosse (forse riferite all’ alta incidenza di mortalità e malattia in Val Nestore) sarebbero diventate bianche».

Il sindaco «Non apparendo trattate nella missiva USL tutte le problematiche di cui sopra – concludono –  sembrerebbe preoccupante la dichiarazione, resa in televisione, e l’atteggiamento rassicurante del Sindaco di Piegaro che con un occhio rivolto all’accordo quadro Enel-Regione-Comuni sembrerebbe tendere più a salvaguardare l’azienda Enel da eventuali responsabilità che i suoi cittadini, soprattutto quelli malati. Egli dimentica forse i contenuti dell’intera inchiesta, riguardante tutta la Val Nestore , il ruolo svolto dalla Società Sviluppo Valnestore e quello autorizzativo e di controllo svolto dalle istituzioni nei territori sotto inchiesta.

La ex centrale C’è forte preoccupazione tra i residenti, perché la comunicazione della USL 1 apre di fatto un sentiero immacolato nei confronti dei potenziali acquirenti del vecchio polo di eccellenza di Pietrafitta e conseguentemente al potenziale inceneritore in Valnestore.  «Gli ultimi eventi e gli ultimi fatti  – concludono – sembrerebbero volti e ad un percorso politico, intrapreso a diversi livelli di responsabilità e di interlocuzione, atto a colpire il comitato Soltanto la salute e la battaglia portata avanti con sacrificio e dedizione dai suoi componenti anche rispetto a futuri scenari. Lo stesso percorso, inoltre tende a colpire ed indebolire con ogni mezzo il ruolo dei malati e delle famiglie dei morti, nella consapevolezza che essi non hanno niente da perdere, perché di fatto hanno già perso tutto o molto, e soprattutto perché possono con la loro azione di ricerca e verità fare veramente male ad eventuali responsabili».

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